Parla a braccio per più di un’ora e mezza e gli studenti del Liceo Artistico “Sacro Cuore” sono rapiti dalle sue parole ma soprattutto dalle immagini delle sue creazioni. Francesco Draisci, architetto di origini cerignolane che ormai da 23 anni vive ed opera a Londra, è un esempio di made in Italy di qualità che riscuote successo all’estero – il suo studio vanta collaborazioni prestigiose con il Victoria and Albert Museum, marchi come Nike, Peroni, Nokia e con i luminari dell’architettura e del design Richard Rogers e Ron Arad – e sabato 7 aprile ha incontrato gli studenti dell’Istituto d’Arte di Cerignola nell’ambito dell’iniziativa “Architettura e territorio”. Un binomio questo che non significa solamente preparare personale esperto e qualificato per il mercato, ma anche – come ha spiegato Francesco Draisci nell’intervista rilasciata a lanotiziaweb.it – cercare di mettere a servizio esperienza e fantasia per il proprio territorio: «Per cambiare la propria situazione occorre avere coraggio e non pensare che sia tutto romantico. Il mio consiglio è quello, se si hanno delle idee, di cercare di guardarsi prima di tutto attorno per vedere se queste possono avere dello spazio nel proprio territorio. Ripeto spesso che forse è meglio investire energie nella propria terra, ma per comprendere questo probabilmente prima bisogna fare il giro del mondo».
E non sembra più un azzardo restringere il campo di ricerca per provare ad investire in casa propria, anche alla luce di quanto sta accadendo in Europa e specialmente nel Regno Unito con la Brexit, che Draisci vive in prima persona da imprenditore e cittadino europeo: «E’ tutto molto più duro di prima perché c’è una situazione di stallo ed è tutto molto più lento. Circa ogni dieci anni c’è una crisi che questa volta però, con la scelta definitiva della Gran Bretagna di uscire dall’Unione Europea, non lascia intravedere quali siano le prospettive». L’architettura secondo Francesco Draisci può essere il motore della rinascita di un territorio: «E’ uno strumento eccezionale per lo sviluppo culturale di una città ed è anche attraente sul mercato per persone, enti e comuni che vogliono investire in qualità. Quando vengono coinvolti professionisti dello spazio i risultati sono stupefacenti e si evita che gli ambienti cadano nel degrado».
Le installazioni che l’architetto presenta ai ragazzi sono opere che, nella ricerca di un “design universale” – come lo definisce lo stesso Draisci -, tralucono di creatività, elemento che per l’architetto cerignolano è indispensabile per essere competitivi sul mercato: «Tutti i mestieri futuri saranno basati sull’invenzione. Dobbiamo abbandonare la mentalità del posto fisso per entrare nell’ottica della creazione del prodotto e del lavoro. Solo così il libero professionista sarà in grado di sapersi vendere ed essere competitivo sul mercato».