Con la Pasqua un pensiero, dei versi, una poesia di Nunzio Di Giulio. «Un pensiero essenziale adeguato, ritmato come è ritmata l’eternità nel dolore del Grande Paziente CRISTO» dice l’autore.
Prefazione(di Vito Balzano) La simbologia quale estrema espressione della realtà. La metafora come palestra di vita. Il Cristo in croce e il suo sangue. Questo, e molto altro, racconta Nunzio Di Giulio nella sua bellissima proposta per la Pasqua 2018. Una poesia densa di significati che invita a riflettere sulla quotidianità dell’umano. Gli ultimi al primo posto, il lavoro e il suo significato quale elemento indissolubile per ogni essere umano. Una nuova scommessa dell’ex Ispettore Capo della Polizia di Stato, ex responsabile della Digos di Cerignola e primo cittadino onorario della città ofantina – oggi in quiescenza -, che ancora una volta centra l’obiettivo e regala una festività pasquale di serenità e di riflessione per tutti.
POESIA
“Cristo in croce”
Cristo in Croce
Un fiotto di sangue.
E giù il capo.
Chino.
Sui diseredati, di tutto il mondo.
Dei presenti e dei futuri.
Dei sempre.
Il primo rosso.
Rosso di sangue.
Rosso nell’idea e nel sacrificio.
Al tramonto il rosso riappare.
Le nubi del suo sangue s’addensano
Sin quando un tramonto ci sarà,
il suo sangue non cesserà…
E quello di tanti altri.
Ignoti.
Sgozzati per la pretesa di vivere.
I chiodi.
Quelli delle officine.
Il legno.
Quello delle torture.
La forma.
Quella della speranza.
La lancia nel costato.
Quella dei violenti genocidi.
Le vesti a sorte con i dadi.
Quelle dei perenni sciacalli.
La corona di spine,
Quella dei potenti.
L’INRI, il suo nome.
Il re di tutti gli innocenti,
di tutti i contestatori,
di tutti quelli che danno fastidio.
Tra due ladroni.
Il posto di chi li ammonisce e perdona.
E la terra tuonò,
E la terra si irrora
e aspetta.
E spetta.
E aspetta.