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    Seconda serata della Fiera del Libro: Pinto, Carone e Haber offrono spunti di rilievo

    Il mestiere del giornalismo, il connubio fra musica e letteratura, drammaturgia e poesia nel sabato sera

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    Giornalismo, musica, poesia e drammaturgia sono gli ingredienti che hanno reso di notevole spessore la seconda serata della IX edizione della Fiera del Libro di Cerignola. Ancora una volta, con la sua indubbia capacità di far rete con diverse realtà e di proporre programmi di contenuto sempre variegato, la rassegna culturale organizzata dall’Associazione OltreBabele richiama attorno a sé una moltitudine di pubblico, rendendo sempre più affascinante ed animata la cornice di Palazzo Fornari.

    «MENO MALE CHE SONO NATO A FOGGIA!»: GIACINTO PINTO DIALOGA CON I RAGAZZI. È l’incontro con il noto giornalista RAI, originario di Lucera (Foggia), ad aprire la serata. Dialogando con il collega Enrico Ciccarelli, racconta a 360 gradi la sua esperienza professionale, che proprio quest’anno giunge al suo ventesimo anno. Giacinto Pinto nasce nel territorio di Capitanata anche dal punto di vista giornalistico, un territorio vasto e che ha girato in lungo e in largo. Questo ha ispirato il titolo del suo contributo, come Pinto ha raccontato a lanotiziaweb.it.: «È un titolo scherzoso ma nemmeno tanto. Una volta riflettevo sul fatto che se fossi nato a Isernia o Novara, con tutto il rispetto per queste province, territori piccoli dove non succede molto a livello di cronaca, non avrei avuto la possibilità che mi ha dato invece questo territorio dove accade davvero di tutto. Il mio primo giorno di lavoro in una grande emittente televisiva, come corrispondente della Provincia di Foggia, non lo dimenticherò mai: la mattina a mezzogiorno il Consiglio Provinciale a Foggia, il pomeriggio alle quattro la sagra degli asparagi a Candela e alle sette di sera, purtroppo, due ragazzi minorenni di origine albanese trovati morti annegati in un vascone per l’agricoltura ad Arpinova».

    Teleblu, TeleRadioErre, TeleNorba fino all’approdo in RAI, prima a “La vita in diretta”, passando per il TGR Lombardia e giungere alla redazione cronaca nazionale: questi gli step della carriera di un professionista dell’informazione ormai noto, ma sempre con la Capitanata dentro. Riaffiora così il ricordo del suo primo servizio per Teleblu, svolto durante i suoi studi a Roma: un’intervista all’ex allenatore del Foggia, Zdenek Zeman, con le domande scritte sulla mano per il timore di dimenticare tutto. Per circa un anno, confessa Pinto al suo attento uditorio, le cassette contenenti i servizi vennero portate in stazione e consegnate a passeggeri diretti a Foggia, riponendo in essi la massima fiducia affinché fossero portate in redazione. Il crollo di Viale Giotto nel novembre del 1999, invece, fu il suo battesimo del fuoco per TeleRadioErre, con 80 ore consecutive di diretta per quello che ha rappresentato uno dei fatti di cronaca più duri e, allo stesso tempo, commoventi che l’Italia ricordi. «La gente non legge più, i giornali sono spariti. Tutto passa sulla rete, anche la TV – pone in risalto Giacinto Pinto alla nostra testata -. La salvezza di noi giornalisti sarà arginare questo fiume di notizie che passa attraverso internet». In conclusione, un consiglio a quei giovani che vogliono intraprendere il suo percorso professionale: «Studiare, studiare, studiare, studiare tante ore al giorno. Solo così si può entrare nel mondo della comunicazione. Quando si cammina per strada, poi, occorre tenere gli occhi e le orecchie sempre ben aperti».

    «TI VORREI»: VIAGGIO CON PIERDAVIDE CARONE. Trifone Gargano e il giovane cantautore pugliese, suo ex alunno ai tempi del Liceo, finalista dell’edizione 2010 di “Amici di Maria De Filippi” e fra i big del Festival di Sanremo del 2012 in coppia con Lucio Dalla, accompagnano la platea di Palazzo Fornari in un intenso cammino fra note e versi. «Ho scoperto, leggendo il libro del prof. Gargano Dante POP. Canzoni e cantautori», ed. Progedit, ndr), che c’era qualcosa nella mia musica che si avvicinava al Sommo Poeta, e ne sono lusingato – confessa Pierdavide a lanotiziaweb.it –. A volte l’ho fatto con consapevolezza, come nella seconda strofa de “La ballata dell’ospedale”, dove accosto la mia degenza ospedaliera all’inferno dantesco. “Ti vorrei”, probabilmente, era invece un recesso della mente, degli insegnamenti liceali del prof. Gargano e il tanto lavoro letterario fatto da studente si è sedimentato nella memoria. È venuto fuori quando ho scritto una canzone che sentivo come un atto d’amore nei confronti della musica. Il sentimento in chi l’ascolta e in chi la crea è tangibile: smuovere emozioni che non si credevano di avere. È lo stesso atto d’amore che Dante aveva fatto nei confronti della letteratura». Diversi sono i brani che l’artista originario di Palagianello (Taranto) esegue, da “Guarda caso” a “Di notte”, passando per “Un clown che piange”, “Aué” (testo il cui protagonista è originario di Cerignola) e, ovviamente, “Ti vorrei”.

    Il compito dei poeti, in versi o in musica, è dar voce all’indicibile umano: emozioni, sentimenti, ansie, paure, gioie. È una missione che Pierdavide Carone ha dimostrato di aver fatto sua sin dagli esordi. «Questo significa ridare armonia ad un mondo devastato dal brutto!» – afferma un entusiasta Trifone Gargano, subito dopo l’esecuzione di “Ti vorrei” -. Pierdavide annuncia al nostro sito anche la prossima uscita del suo ultimo lavoro: «Sto preparando il disco nuovo. Non abbiamo ancora una data d’uscita, ma sono felice di quello che sta succedendo. Sono anche curioso perché, risalendo il mio ultimo disco a circa 6 anni fa, sono evoluto ma il mio pubblico non ha potuto seguire questo mio evolvermi perché non è stato esternato. Gli arriveranno, probabilmente, tutti addosso questi 6 anni attraverso un unico disco. Potrebbe essere, in qualche modo, anche traumatico per chi è rimasto a “Nanì”».

    «L’ULTIMA SEQUENZA DI UN FILM DI JARMUSCH» CON DAMATO E HABER. È il titolo della fatica letteraria di Cosimo Damiano Damato (ed. Dante & Descartes), regista, poeta e drammaturgo originario della nostra Terra. Si tratta di una raccolta di poesie che testimoniano, in maniera armoniosa, inquietudine interiore e il porsi domande sul senso profondo della vita. Damato ha voluto farne omaggio al pubblico della Fiera del Libro di Cerignola tramite Alessandro Haber, il popolare attore e regista italiano che si è aperto a lanotiziaweb.it: «Siamo qua con Cosimo, un amico con cui abbiamo tante cose in comune: l’amore per il cinema, per il teatro, per la letteratura, per la poesia. Se fosse una donna, ci proverei. E se fossi una donna io, anche – dice, con la sua tagliente ironia -. Sarebbe stato tutto più semplice. Invece bisogna accontentarsi di stare lontano, ma vicini. Cosimo ha scritto un libro di poesie meravigliose e cerco di raccontarle nel miglior modo possibile, tutto qua». «Non credo ci sia un’altra voce potente come quella di Alessandro – afferma Cosimo Damiano Damato -. Quando dei versi entrano nel suo sangue, viene fuori la sua fantasia. Direbbe la mia amica Alda Merini che “è ruminante” quando incontra la poesia». E mentre Haber ci anticipa l’uscita di due film che lo vedono impegnato, fra ottobre e novembre, “In viaggio con Adele” e “Cosa fai a Capodanno?”, Damato fa altrettanto con alcuni dei contenuti del suo incontro con Morgan nell’ultima serata: «Con Marco ci divertiremo, ci commuoveremo, giocheremo, sorrideremo con la poesia. Cercheremo di raccontarne la potenza che è inarrivabile, è l’unica forma di resistenza che abbiamo ancora. Attraverso i cantautori che ama Marco e i poeti che amo io, faremo un viaggio nella poesia, da Dante a De André».

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