Ha aperto i battenti nella mattinata di venerdì 20 settembre, a Palazzo Fornari, la decima edizione della Fiera del Libro di Cerignola. A dare il via all’evento la presentazione di due volumi dell’editore Adda: “La scuola fantastica della maestra Clo” di Maria Rita Verardi, “Ti racconto il Sud. Fatti, fiabe e leggende della tradizione orale” di Cosimo Rodia. Entrambe le presentazioni sono state condotte da Marianna Longo, de ‘L’albero dei fichi’. Si cambia totalmente registro nella seconda parte, quella pomeridiana. Dopo i saluti istituzionali da parte delle autorità e degli organizzatori sul palco di Palazzo Fornari si sono alternati ospiti di spessore del panorama politico e giornalistico.
GIULIA SGRENA La prima è stata Giuliana Sgrena, cronista e scrittrice, storica penna de “Il Manifesto”. Una donna che ha scritto pagine importantissime del giornalismo italiano, anche dai teatri di guerra. Nel 2005 venne sequestrata da un’organizzazione jihadista per circa un mese mentre si trovava in Iraq proprio come corrispondente dal fronte. Giuliana Sgrena ha presentato alla Fiera del Libro il suo ultimo lavoro intitolato “Manifesto per la verità”, edito da il Saggiatore, nel quale la giornalista analizza come la disinformazione colpisca i soggetti deboli nella narrazione, tra cui donne, migranti e non solo. “La stampa è vittima di una cultura dominante che tende a colpevolizzare la vittima – commenta la giornalista –. Non c’è stata una grande evoluzione interna. Esiste però un movimento che vuole imporre al giornalismo di denunciare, stare al fianco dei deboli e trattare le questioni con proprietà di linguaggio. Non c’è obiettività se si parla di una notizia partendo dalle opinioni che si hanno dei protagonisti della vicenda”. Le parole di Giuliana Sgrena portano alla mente al titolo de Il Giornale sull’omicidio Pomarelli o alle infelici parole di Bruno Vespa pronunciate durante una recente intervista a Porta a Porta. Su questi episodi la cronista commenta: “Un titolo o una dichiarazione possono uccidere una seconda volta. La stampa molto spesso invece di fare informazione si scervella a cercare le motivazioni che stanno dietro a un gesto violento. Addirittura parlano di amore, quando si tratta solo di possesso. Così facendo la stampa si rende complice della cultura patriarcale dominante”. L’appello che la giornalista fa al mondo della stampa è quello di recuperare il proprio ruolo di narratori critici della realtà e non piegarsi al diktat della comunicazione social “che ha sdoganato la corsa allo scoop e ci rinchiude in una torre di avorio. Dobbiamo far valere il diritto al contraddittorio per scongiurare il rischio del pensiero unico”.
MARCO MINNITI: SICUREZZA È LIBERTA’ Alle 20 è stato il turno di Marco Minniti. L’ex-ministro degli interni del governo Gentiloni ha presentato il suo libro intitolato “Sicurezza è libertà”, nel quale sostiene la tesi secondo la quale è possibile coniugare la libertà del singolo con la sicurezza senza comprimere i diritti del cittadino in senso illiberale. Tuttavia, visto il ruolo ricoperto sino a pochi anni fa, non poteva mancare un commento sulla situazione in Capitanata e a Cerignola. Minniti in particolare ha espresso il suo apprezzamento per l’operato del prefetto Grassi, che ha di recente avuto un confronto con gli imprenditori locali: “Do un dieci e lode al vostro prefetto perché è ben consapevole che la mafia è nemica dello sviluppo e della democrazia”. In seguito alla strage di San Marco in Lamis, lo stesso Minniti si era fatto promotore della militarizzazione della provincia di Foggia. Ricordando quei giorni l’ex-ministro ha commentato: “Quando la situazione è esplosa la risposta dello Stato è stata fortissima con la saturazione del territorio. Abbiamo istituito il centro prevenzione crimine a San Severo e il corpo dei Cacciatori di Puglia che hanno dato una mano importante alle Procure di Bari e Foggia”. Minniti lancia poi il proprio personale appello ai cittadini e alle Istituzioni del foggiano: “Non è possibile immaginare una convivenza con la mafia perché questa divora i territori. Fa bene il prefetto Grassi a chiedere agli imprenditori a non piegarsi e collaborare”. In conclusione, l’ex-ministro esprime la propria opinione sui recenti sviluppi della politica nazionale che hanno portato alla nascita del governo PD-M5S: “Fino a qualche mese fa c’era un protagonista della politica (Matteo Salvini, ndr) che pensava di avere il paese in mano e ha voluto avventurarsi in una sfida uno contro tutti. Ma è successo che i tutti si sono compattati e lo hanno messo in minoranza. La sfida che ci aspetta è da far tremare i polsi – conclude –. Abbiamo il compito di prosciugare rabbia e diseguaglianza sociale che sono le fonti da cui si alimenta il nazional-populismo”.
A chiudere la prima giornata della Fiera del Libro la presentazione del libro “Pinuccio Tatarella, passione e intelligenza a servizio dell’Italia”, nel corso della quale osservatori e protagonisti della politica locale hanno ripercorso le tappe salienti dell’operato del “ministro dell’Armonia”, attualizzandone il contenuto nello scenario odierno. Da segnalare i forfait dell’ultimo minuto di Roberto Maroni – che avrebbe dovuto presentare il suo saggio, intitolato “Il rito ambrosiano. Per una politica della concretezza” – e del governatore Michele Emiliano.
Gioacchino Matrella-Giovanni Rubino
