«Difendermi nel processo penale che, ingiustamente, mi vede indagato». Sarebbe questa l’esigenza che ha spinto l’assessore ai lavori pubblici e urbanistica Tommaso Bufano a rassegnare le dimissioni nella giornata di ieri. Il cicognino in una lettera al primo cittadino ha comunicato le ragioni e fatto sapere di essere interessato da un procedimento penale. Un fatto che potrebbe essere connesso con la perquisizione domiciliare di qualche settimana fa a casa dello stesso Bufano e del dirigente Clorindo Izzillo. Di seguito la missiva dell’ormai ex-assessore.
Caro Sindaco, Caro Franco,
la Tua fiducia, la Tua stima, la Tua amicizia mi hanno sempre onorato: dai tempi del Comitato fino a questa magnifica esperienza amministrativa che sta cambiando, migliorandola, la nostra Città. Fiducia, stima, amicizia: me le hai, nel corso di questi anni, ampiamente dimostrate e me le hai confermate anche nel triste episodio che mi ha visto violato nella mia intimità, nei miei affetti e nella mia famiglia. La mia reazione immediata è stata quella di continuare a dedicarmi, col massimo impegno, al lavoro per la nostra Città.
Ma, oggi, dopo una maggiore – e sofferta – riflessione, prevale, in me, una doppia esigenza. La prima: quella di essere libero di difendermi nel procedimento penale che, ingiustamente, mi vede indagato. La seconda: quella di evitare che, questa vicenda giudiziaria, possa, in qualche modo, essere strumentalizzata contro di Te e contro la maggioranza che mi sostiene, allo scopo di intralciare il nostro progetto di cambiamento. Ti rimetto, pertanto, le mie deleghe assessorili e Ti prego di accettare questa mia decisione perché nulla potrà, da essa, farmi recedere: almeno, fino a quando non verranno riconosciute la mia assoluta innocenza ed estraneità ai fatti che mi sono contestati.