Poco più di due mesi dallo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose: tanto separa quella data dal primo Natale da città commissariata. A Cerignola, nonostante la guerra tra i clan negli anni ’80 e i processi Cartagine e Cartagine Bis, non era mai successo. Una novità dunque, portata del vento del Cambiamento. Un’esperienza per la quale la città deve ringraziare l’amministrazione civica guidata da Franco Metta. Tutti, nessuno escluso (chi non vedeva, non sapeva e non pensava che, ndr). Parole se ne sono dette e scritte a bizzeffe. Si è parlato di quanto fosse giusto o meno il provvedimento dello Stato, di quanto fatto da Metta & Co, della possibilità che tutto possa essere ribaltato all’esito del ricorso al Tar. Già, perché un ricorso, in caso di scioglimento, è possibile. Peccato che la cosa non si esaurisca nel campo amministrativo. Uno scioglimento per infiltrazioni mafiose attiva quasi in automatico altre due “linee” di indagine: da una parte l’Antimafia e dall’altra la Corte dei Conti. In sintesi, siamo solo all’inizio.
A Natale si è sempre tutti più buoni, fosse anche solo a parole. Ma come si può non considerare dove è finita Cerignola? Da questo Natale in poi – e ancora per molti altri -l’occhio attento dello Stato vigilerà sulla sponda alta dell’Ofanto. Ci auguriamo e vi auguriamo il meglio, con la consapevolezza che ci attendono anni difficili.