La notte del 14 giugno 2017 un imponente incendio distrusse la Grenfell Tower, un edificio di 67 metri e 120 appartamenti situato nel quartiere di North Kensington a Londra. Nel rogo, causato a quanto pare da un cortocircuito e propagatosi a causa dei materiali di costruzione scadenti, persero la vita 72 persone, tra cui Marco Gottardi e Gloria Trevisan, due giovani architetti veneti trasferitisi a Londra per lavoro. Dal dolore della perdita improvvisa dei due giovani, è però nato qualcosa di importante. Daniela e Giovannino Gottardi, i genitori di Marco, hanno saputo convertire il loro dolore in forza per «offrire loro una nuova vita» portando in giro per l’Italia la loro storia e, tramite la fondazione Grenfellove, dare sostegno e supporto a quei giovani che come hanno fatto loro figlio e la sua compagna mirano a realizzarsi umanamente e professionalmente. Martedì 4 giugno, in una chiesa di Sant’Antonio gremita, Daniela e Giovannino hanno raccontato, dialogando con il parroco don Carmine Ladogana e il Vescovo Mons. Luigi Renna, la storia dei due giovani architetti, del loro impegno e dei valori in cui credevano per lasciare un messaggio importante su come una coppia possa essere generativa anche dopo la morte.
«Marco e Gloria, architetti laureati a pieni voti, paradossalmente sono morti a causa di un restauro fatto male – dice ai microfoni de lanotiziaweb.it Daniela Gottardi -, ma il fatto che attorno a loro ci sia ancora attenzione e si sia creato un movimento rende loro i restauratori del Signore». Perchè la loro morte è stata la scossa che ha permesso di risvegliare le coscienze sul tema della sicurezza nell’edilizia: «Attorno a questa storia si sono avvicinate varie personalità dell’architettura fino ad arrivare al 17 maggio scorso quando si è tenuto il primo convegno sulla sicurezza nell’edilizia, voluto da amici architetti di Marco, nel corso del quale i maggiori esperti si sono confrontati sul tema».
Nel settembre del 2018 i due coniugi, grazie anche al contributo di molti amici dei due ragazzi, danno vita alla fondazione Grenfellove «per fare qualcosa di concreto che mantenesse in vita Marco e Gloria e continuasse nel tempo – spiega Giovannino -. Il nome richiama il luogo della tragedia ma anche l’amore che sovrasta anche le situazioni peggiori, e ciò è molto significativo». Significativo come il logo della fondazione, un angelo raffigurato con squadre e compassi che sovrasta la torre in fiamme. «L’obiettivo è quello di raccogliere fondi per destinarli ai giovani fornendo loro strumenti didattici e mettendo a disposizione delle borse di studio per gli alunni che frequentano gli istituti superiori dove andavano Marco e Gloria e per i laureati in architettura allo IUAV di Venezia». La storia di Marco e Gloria, dalla quale è stata poi tratta una fiaba raccolta in un libro che viene donato ai bambini che la fondazione incontra, lascia un’insegnamento molto grande ai giovani che come loro si trovano nel fiore della loro vita e della propria carriera: «Non lasciatevi mai abbattere dalle difficoltà del mondo – dice Giannino rivolgendosi ai ragazzi -. Se ce l’hanno fatta Marco e Gloria significa che tutti quanti voi potete realizzarvi. Non nascondetevi e abbiate sempre il coraggio di mettervi in gioco, perchè nulla nella vita è scontato».