«Non si capisce perché l’indagato Metta, sindaco di un comune di 60mila abitanti, non abbia il diritto di essere ascoltato, fra l’altro in una indagine prorogata per la terza volta. Sono 18 mesi che non trovano il tempo di farmi esercitare un diritto». A dirlo è il Sindaco di Cerignola Franco Metta in una delle sue strisce quotidiane, nella quale risponde punto per punto alla replica giunta dalla Procura.
Metta infatti aveva chiesto di essere sentito in merito alle indagini in corso, verosimilmente quelle riguardanti le sponsorizzazioni sportive. «Cinque volte, cinque settimane consecutive chiedo di essere interrogato. Finalmente mi rispondono dalla Procura. Il dottor Infante – prosegue Metta – dice che è un diritto dell’indagato, cioè mio, essere ascoltato, nel caso di applicazione di una misura oppure alla fine dell’indagine con l’articolo 415 bis, chiusura delle indagini. Non è così. E’ un obbligo: applicata una misura è obbligatorio interrogare altrimenti la misura decade; chiusa l’indagine a richiesta dell’indagato è obbligatorio interrogarlo altrimenti tutta l’indagine va a carte quarantotto. Il Procuratore dice è un atto rimesso alle valutazioni del PM. No, nella maniera più assoluta. Essere interrogato è un diritto dell’indagato e, visto che il codice prevede che il PM obbligatoriamente debba fare indagini anche a favore dell’indagato, non si capisce perché l’indagato Metta non abbia il diritto di essere ascoltato». L’indagine infatti sarebbe in corso da oltre un anno e riguarderebbe le possibili connessioni tra appalti e sponsorizzazioni riguardanti la società Udas – al tempo nel campionato di B di pallacanestro -, presieduta allora da Franco Metta.