Nervi a fior di pelle in casa dem. Le tensioni interne tra il gruppo dirigente e quello che prende come punto di riferimento l’ex segretario Tommaso Sgarro stanno raggiungendo un livello di guardia a causa delle differenza di vedute e di strategie su come affrontare la questione Tari. Da una parte infatti c’è il quartetto Mirra, Moccia, Rendine e Sgarro che, coadiuvato da un pool di legali, si farà promotore di un ricorso in commissione tributaria. Ma non solo. E’ stato interpellato anche il Ministero dell’Economia e delle Finanze circa il presunto errore di calcolo che ha portato alle attuali cifre esorbitanti riportate negli avvisi di pagamento, che non sono cartelle (come le chiama erroneamente anche qualche addetto ai lavori, ndr).
Dall’altra il gruppo dirigente ha optato per una strategia diversa rivolgendosi al Consiglio di Stato attraverso un ricorso al Presidente della Repubblica che, in seguito all’opposizione presentata dal Comune di Cerignola, è stato rimesso al TAR Puglia e tuttora le parti sono in attesa della fissazione della data di udienza. Tuttavia la maggioranza dem ha reso noto tramite nota stampa che «oltre che al TAR, i nostri legali proporranno autonome azioni anche innanzi ai Giudici tributari». Cambio di strategia in corso d’opera dunque, a dimostrazione che probabilmente quella indicata da Di Tommaso&Co non era l’«unica strada efficace e percorribile sulla TARI».
Di fronte quindi ad una situazione così delicata e incerta il centrosinistra non è riuscito a trovare l’unità d’intenti, acuendo lo scontro interno. Anzi, le due componenti non se le sono di certo mandate a dire. Al comizio-dibattito organizzato da Sgarro e Co., domenica sera ha fatto seguito la dura presa di posizione della segreteria locale sempre tramite nota stampa: «Non intendiamo assumerci la responsabilità di tali comportamenti e decisioni. L’aver raccolto migliaia di lettere dai cittadini annunciando azioni legali ci sembra un’offesa all’intelligenza dei cerignolani». Parole che fanno seguito ad un episodio sintomo dell’aria che si respira a via Mameli. Nel corso della riunione di coordinamento di venerdì 14, non gradendo la posizione divergente di Sgarro e dei suoi sulla Tari, il gruppo dirigente avrebbe invitato chi “distante” dalla linea “ufficiale” ad uscire. Così l’ex segretario ed i suoi fedelissimi avrebbero abbandonato la sezione.
Neanche di fronte ad una situazione così delicata il PD è riuscito a mantenersi unito per perseguire l’obiettivo dichiarato da ambo le parti, un partito nel quale probabilmente, dopo lo scorso congresso cittadino, il gruppo dirigente non è riuscito a fare sintesi. Deficit grave, considerando che manca poco meno di un anno alle elezioni amministrative, tornata in cui i democrats rischiano di essere il principale antagonista di se stesso, nonché utile alleato (più o meno consapevole) di Metta nella corsa al secondo mandato.