È stato scortato quest’oggi in Italia Vrapi Luan, il 47enne albanese su cui pende l’accusa dell’omicidio del giovane connazionale Hyso Telharaj, avvenuto nelle campagne di Cerignola il 5 settembre 1999. Luan, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Foggia il 24 novembre 1999, è stato condotto nel nostro Paese da personale dello SCIP (Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale), guidata dal Prefetto Vittorio Rizzi. Dopo oltre vent’anni di latitanza, è stato rintracciato grazie alla consolidata collaborazione tra la polizia albanese e l’Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza italiano operativo a Tirana, oltre al lavoro della Divisione Interpol dello SCIP. Vrapi Luan sarà consegnato al personale della Polizia Penitenziaria di Bari per essere condotto in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria pugliese.
Hyso Telharaj è divenuto un simbolo della lotta all’atroce piaga del caporalato. Il presidio di Cerignola dell’associazione Libera è intitolato al suo nome. Hyso partì dall’Albania con il sogno di studiare per diventare un bravo geometra. Per poter mettere qualcosa da parte per pagarsi quegli studi, iniziò a lavorare nella raccolta dei pomodori nelle campagne fra Cerignola e Borgo Incoronata. Era un ragazzo buono, sempre cordiale con tutti e dal temperamento forte. Non immaginava però che la vita del bracciante agricolo, specie quello straniero, fosse assai dura e soprattutto con l’elevato rischio di finire intrappolati nella rete del caporalato. Hyso non volle piegarsi davanti a quelli che poi sarebbero stati i suoi aguzzini, rifiutandosi di consegnar loro parte dei suoi sudati guadagni. La sera del 5 settembre 1999 venne avvertito che quegli stessi caporali sarebbero arrivati per punirlo nel casolare presso cui viveva, vicino Borgo Incoronata, e gli fu consigliato di scappare. Lui però non lo fece. Fu così raggiunto da questi e selvaggiamente picchiato. Agonizzante, morì tre giorni dopo. Aveva solo 22 anni.
La storia di Hyso Telharaj è tenuta viva del presidio di Cerignola di Libera, che lo scorso anno ha incontrato ed ospitato i fratelli, Suzana ed Ajet, dal vice-presidente nazionale dell’associazione, Daniela Marcone, che ha curato un libro nel quale è raccontata anche la sua storia («Non a caso»-edizioni La Meridiana) e dal presidente don Luigi Ciotti, che lo scorso novembre è stato in visita in Albania, ricordandone il grande esempio di coraggio, dignità e ribellione ai soprusi.