Vince il governatore uscente Michele Emiliano il confronto delle primarie per guidare la coalizione di centrosinistra alle prossime regionali. Su circa 80mila votanti, numeri (bassi) che la dicono tutta sull’interesse intorno a questa competizione, al Sindaco di Puglia va il 70,4% (56773 preferenze), a Fabiano Amati il 14,3% (11559), ad Elena Gentile 12,1% (9753), a Leonardo Palmisano il 3,1% (2523).
IL COMMENTO DELLA GENTILE «Con il mio risultato, di cui sono molto contenta – ha detto Gentile (12,1%, 9.753) al quotidiano “La Repubblica” – sarò a disposizione della coalizione perché io voglio vincere, perché sento di poter rappresentare un pezzo di società che chiede un’attenzione differente rispetto al passato: donne, terzo settore, le tante persone che non ce la fanno, i ragazzi e le ragazze di questa regione a cui dobbiamo restituire la speranza di un futuro. Michele Emiliano ha dimostrato di avere consenso -ha aggiunto – e quindi siamo in campo, con la stessa forza e determinazione di sempre, per non consentire alla destra di scippare questa regione al centrosinistra».
LA CERIGNOLA DEL “PD DIVISO” Nella città ofantina i numeri dell’affluenza sono ben più alti rispetto alle altre città di Puglia. A Cerignola sono 1400 i votanti, con 704 voti ad Emiliano, 658 per la cerignolana Elena Gentile, 9 a Palmisano e 6 ad Amati. La contesa si consuma tutta tra l’attuale segreteria, allineata col partito foggiano di Azzarone e Piemontese e impegnata nel braccio di ferro contro la Gentile, e l’altra anima piddina che ha sostenuto l’ex-europarlamentare. Seppure il voto è stato “aperto” – e dunque anche dei non iscritti al partito – le energie dell’attuale governance dem, quella targata Ditommaso-Dalessandro, si sono concentrate nel “non far andare sotto” Michele Emiliano. Quell’Emiliano che nei quattro anni di amministrazione Metta – ed anche prima – ha duettato languidamente con l’ex-Sindaco commissariato, quello che dal Pd accusavano e oggi confermano “infiltrato dalla mafia”. Ancora una volta il sillogismo non funziona e lascia aperti gli interrogativi. Se Metta (e Pezzano) sono “amici” e sostenitori di Emiliano, il Pd è schierato duramente contro la disciolta amministrazione…perché il Pd ha sostenuto ancora una volta Emiliano? Qualcosa non va, in uno sfrenato moltiplicarsi di sepolcri imbiancati. Ecco il (lapalissiano) cortocircuito cerignolano, che ha visto parte dei Democrats non sostenere – sia per semplice campanilismo che per meriti politici guadagnati in nove anni da assessore al welfare – Elena Gentile. La passionaria cerignolana ha giocato la sua partita, senza pensare troppo ai numeri. Già da oggi, archiviate le primarie, nel Pd di Puglia (chissà in quello di Cerignola?) si comincerà a lavorare per l’appuntamento di primavera.
UN PD PUGLIESE IN COMA Se si critica il Movimento 5 Stelle per i risicati numeri delle votazioni sulla piattaforma Rousseau e poi a votare alle primarie del centrosinistra ci vanno in 80mila circa – numeri in calo rispetto agli appuntamenti precedenti – c’è un problema o quantomeno un calo d’interesse nei confronti della proposta politica del partito di Zingaretti. Ancor più in Puglia, dove le strizzate d’occhio degli ultimi anni di Emiliano ai civici (Metta, ad esempio) e le aperture a destra hanno ulteriormente allontanato il popolo del centrosinistra. E questo lo dicono i dati. A Barletta, città dove il Pd esprime due consiglieri regionali e un senatore, sono stati meno di 800 i votanti. A Foggia, capoluogo di provincia e città dell’assessore Raffaele Piemontese, a votare ci vanno solo poco più di 1400 persone. I numeri affrescano un Pd pugliese in seria difficoltà, un centrosinistra la cui battaglia in primavera per restare in via Capruzzi sarà probabilmente la più dura degli ultimi vent’anni. La “battaglia per la Puglia”, come l’ha definita Emiliano, potrebbe purtroppo risultare abbordabile “solo” per palese incapacità dell’avversario a proporre un nome credibile, più che per meriti (quali?) della gestione degli ultimi cinque anni.
PD CERIGNOLA «È stata una bellissima giornata di democrazia e una grandissima prova di fiducia verso tutto il centrosinistra e il Partito Democratico in particolare. Questo risultato – si sottolinea da via Mameli – è la prova lampante della volontà del nostro popolo di dare un’altra e diversa impronta alla prospettiva politica del centrosinistra e di voltare pagina. È ora nostro compito dare seguito a ciò che coloro che ci hanno concesso fiducia hanno voluto esprimere. È il momento che tutte le anime del centrosinistra che si sono impegnate nelle primarie diano il proprio contributo per un percorso unitario e condiviso che ci conduca a una visione politica comune per la risoluzione dei problemi che colpiscono il nostro tessuto sociale: la criminalità organizzata, l’ambiente, la disoccupazione».