Con la riapertura oggi di molte attività, in piena fase 2, c’è una categoria che ancora non sa quando e se riaprirà: le autoscuole. Il governo, nei tanti decreti emanati sino ad oggi, compreso l’ultimo pubblicato, si è totalmente dimenticato di questa categoria, sordo al loro grido di aiuto, e come il governo centrale anche la regione ha totalmente abbandonato a loro stessi, nel loro limbo i titolari delle autoscuole. A denunciare questa situazione è Marco Pici, titolare dell’Autoscuola Azzurra di Cerignola, associato UNASCA. “Dopo anni di sacrifici e tra mille difficoltà, non ultima l’introduzione dell’iva sulle patenti che ha segnato un drastico calo delle iscrizioni nel settore, a causa dell’aumento dei prezzi, ora arriva il Covid ed il suo triste risvolto”, esordisce Marco Pici ai nostri microfoni.
Ci spiega che un comparto che vanta 7000 aziende e 30.000 addetti tra titolari, istruttori di guida e insegnanti di teoria è stato totalmente abbandonato, dimenticato. Nella lista dei codici ATECO, nell’allegato del DPCM del 26 aprile, compare il codice ateco 85, legato alle attività di istruzione, codice attribuito anche alle autoscuole. Questo lascia pensare che il governo creda che le autoscuole siano aperte ma non è così. I titolari delle autoscuole sono fermi. Sono a casa. Loro non sono stipendiati ma titolari di partita iva, se non aprono le loro attività non percepiscono alcun tipo di emolumento. “Ho deciso di chiudere di mia spontanea volontà ancor prima del lockdown – rimarca Pici-. Ho effettuato un’intensa opera di responsabilizzazione dei miei allievi, a seguire le regole e a cautelare se stessi e gli altri. Ora vorrei tornare tra e con i miei allievi. Adottando tutte le precauzioni che gli organi preposti potrebbero indicarci, e anche di più, per tutelare tutti, vorrei riaprire la mia attività. Se è vero che le autoscuole sono chiuse, le incombenze mensili non si sono fermate, non sono mai stati sospesi o annullati. Fitti, utenze, spese per il fermo, sono scaduti e devono essere pagati ma, senza lavorare non si può far fronte a tali spese. Gli ammortizzatori economici, messi in campo dal governo, a molti non sono ancora stati pagati, e questo mortifica ancora di più la mia categoria. Ciò che chiedo, come titolare di Autoscuola ma, soprattutto, come cittadino, è di essere considerato alla stregua degli altri imprenditori. L’Italia non è solo turismo, ristorazione e bellezza; fonda la sua economia su migliaia di partite iva e codici ATECO dimenticati, abbandonati a loro stessi. Ora è arrivato il momento di urlare e far conoscere la vergognosa sorte toccata alle autoscuole di tutta Italia e il disastro economico e sociale che stanno vivendo migliaia di famiglie legate a queste attività”.