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    HomeEvidenzaChiuse Lombardia e 14 province. Emiliano: «non portate epidemia in Puglia»

    Chiuse Lombardia e 14 province. Emiliano: «non portate epidemia in Puglia»

    Dalla serata di ieri esodo da Nord a Sud. La preghiera unanime è limitare la mobilità per contenere il contagio. Misure restrittive anche per i locali pubblici

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    «Ore 2.31 ho firmato l’ordinanza per obbligare alla quarantena chi arriva in Puglia dalla Lombardia e della 11 province del Nord. Vi parlo come se foste i miei figli, i miei fratelli, i miei nipoti: fermatevi e tornate indietro. Scendete alla prima stazione ferroviaria, non prendete gli aerei per Bari e per Brindisi, tornate indietro con le auto, lasciate l’autobus alla prossima fermata. Non portate nella vostra Puglia l’epidemia lombarda, veneta ed emiliana scappando per prevenire l’entrata in vigore del decreto legge del Governo». Così il governatore Michele Emiliano annuncia il provvedimento della Regione Puglia firmato in piena notte a poche ore dalla firma del decreto con cui il governo ha istituito le nuove zone rosse. «Non ho purtroppo il potere di bloccarvi, ma posso ordinarvi di comunicare il vostro arrivo ai medici di famiglia e di rimanere a casa in isolamento fiduciario per 14 giorni. Se volete evitare queste conseguenze, se siete in Lombardia o nelle altre province indicate, non tornate adesso in Puglia e se siete già in viaggio ritornate indietro. Questo esodo non aiuta voi e fa solo male, tanto male a chi in Puglia vi aspetta e vi ama. E a chi si trova in Puglia dico: non chiedetemi di chiudere i confini della regione, di bloccare aerei, treni, autobus e automobili perché non ho questo potere. La limitazione della libertà di circolazione è di esclusiva competenza del Governo nazionale. Abbiamo messo a punto il testo della ordinanza. In questo modo sto facendo il massimo in mio potere per limitare danni sanitari gravissimi derivanti da questo improvviso esodo» ha scritto Emiliano in piena notte sui social allegando l’ordinanza firmata.

    Il provvedimento del governatore dunque «obbliga chi proviene dalla Lombardia e dalle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti e Alessandria a comunicare tale circostanza al proprio medico di medicina generale» e ad «osservare la permanenza domiciliare con isolamento fiduciario», la quarantena, «lo stato di isolamento per 14 giorni». Inoltre «in caso di comparsa di sintomi» si deve «avvertire immediatamente il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta o l’operatore di sanità pubblica competente sul territorio». Chi non osserverà tali obblighi incapperà in «conseguenze sanzionatorie come per legge (articolo 650 del Codice penale, se il fatto non costituisce più grave reato)».

    GOVERNO “CHIUDE” LA LOMBARDIA E 14 PROVINCE

    Chiude per CORONAVIRUS un pezzo d’Italia. Da oggi e fino al 3 aprile buona parte del Nord del Paese e circa 16 milioni di italiani sono in quarantena. Off limits l’intera Lombardia e 14 altre province che cadono in Piemonte, Emilia Romagna, Marche. Diventano zona rossa infatti Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti, Alessandria, Novara, Vercelli e Verbano Cusio Ossola. «Evitare in modo assoluto ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori», si legge nel decreto firmato alle tre di notte. Stop agli spostamenti anche «all’interno dei medesimi territori, salvo che per quelli motivati da indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza».

    MISURE PER TUTTA ITALIA

    Sono sospese in tutta Italia, ha precisato Conte, manifestazioni, eventi, spettacoli di qualsiasi natura, compresi quelli cinematografici e teatrali, in qualsiasi luogo, pubblico o privato. E poi le attività di discoteche, sale giochi, sale da ballo, Bingo e locali assimilati. Sospesa l’apertura dei musei e degli altri istituti di cultura. «Le forze di polizia – ha poi sottolineato il premier – saranno legittimate a chiedere conto ai cittadini che si muovono sui territori interessati dalle nuove norme per il contenimento del Coronavirus: è un divieto non assoluto di muoversi ma la necessità di motivarlo sulla base di specifiche indicazioni. E’ insomma una ridotta mobilità». Bar e ristoranti potranno rimanere aperti ma con l’obbligo, a carico del gestore, di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione. Tra i provvedimenti c’è la sospensione di matrimoni e funerali e di eventi e spettacoli di qualsiasi natura che «comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro».

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