Informazione di garanzia per 133 persone tra imprenditori della Zona Industriale di Cerignola, ex-Sindaco Franco Metta e gli ex-dirigenti Clorindo Izzillo e Vito Mastroserio. La motivazione è, a legger le carte, l’inquinamento del Canale Lagrimaro, sottoposto a sequestro il 2 luglio del 2019. Verificati dunque i «tracciati idraulici afferenti gli scarichi finali nel canale» e ispezionate «alcune aziende recapitanti i propri reflui di piazzale nella condotta della fogna bianca», «tutti gli accertamenti effettuati hanno confermato come l’inquinamento del canale Lagrimaro sia imputabile prevalentemente alla grande “arteria” interna di comunicazione costituita dalla fogna bianca comunale attraverso cui sono indiscriminatamente e sistematicamente immessi scarichi industriali di ogni tipo al fine di alleviarne i costi di smaltimento» scrivono i Carabinieri del Noe nel verbale di prescrizione dell’11 maggio scorso.
Nel Lagrimaro – gestito dal Consorzio di Bonifica di Capitanata – dovrebbero confluire le acque piovane prodotte dalla Zona Industriale, dunque non tutti i reflui. Infatti sarebbe qui il vulnus. Nello stesso documento del Noe si specifica come «agli atti del Consorzio risulta che “il Comune di Cerignola non è autorizzato allo scarico nel Canale Lagrimaro, in considerazione del fatto che posteriormente all’entrata in vigore della menzionata legge (R.R. 17/2013, 7.8.2013), il Consorzio non ha rilasciato alcuna autorizzazione né tantomeno sono state richieste per lo scarico nel canale Lagrimaro». Non vi è dunque alcun documento che «permette anche l’immissione dei reflui aziendali nel canale Lagrimaro». Alle persone destinatarie dell’informazione di garanzia è stata intimata la chiusura dei pozzetti sui piazzali, la bonifica del canale, la chiusura definitiva di tutti i pozzetti di comunicazione con la fogna bianca ed una eventuale ammenda.
Oltre a 129 imprenditori del comparto industriale cerignolano proprietari di aziende aventi sede in Zona Industriale, anche gli ex-dirigenti Clorindo Izzillo e Vito Mastroserio e il dipendente comunale Marino Russo per il reato 323 c.p. (abuso d’ufficio) e l’ex-sindaco Franco Metta per il reato di cui agli articoli 81 co. 2 e 328 co. 1 del Codice Penale (rifiuto di atti d’ufficio e concorso).