Celebrato nella serata di giovedì 2 gennaio presso la Chiesa del Carmine di Cerignola l’anniversario per i quattro anni dall’ordinazione episcopale di Don Luigi Renna. Un concerto per il Vescovo in una chiesa affollata di fedeli e conoscenti del pastore di origini andriesi. «Bilancio positivo – ha detto Renna ripensando ai quattro anni di guida della Diocesi di Cerignola e Ascoli Satriano – per una persona che guarda le cose nell’ottica della fede e si rende conto che la vita ha la sua complessità. Il ministero del Vescovo è quello della guida di un popolo di Dio che è variegato. In questo popolo di Dio ci sono davvero tutti. Quelli che seguono la voce del Vescovo, quelli che seguono soprattutto la voce del Signore e quelli che sono più lontani o addirittura hanno un pensiero altro. Io credo che con ottica di fede questi anni siano sempre positivi. La sera del 2 gennaio 2016 ho detto nel mio discorso “tutto è grazia”, ritornello che sento di ripetere oggi».
Un percorso quello di Don Luigi che ha conosciuto anche momenti complicati, come lo scandalo sessuale in una parrocchia di Candela, che ha portato poi all’allontanamento del parroco, e le posizioni “morbide” della Curia rispetto alle infiltrazioni mafiose che hanno interessato l’amministrazione guidata da Franco Metta. Proprio nelle ultime settimane l’accordo tra le confraternite e un’azienda finita nella relazione del Prefetto Raffaele Grassi hanno ulteriormente acceso i riflettori sulla Chiesa cerignolana. «Una questione che vede estranea la responsabilità della Curia – dice Renna -. Tutta una polemica messa in atto, che non fa bene a Cerignola. Questo è il momento in cui Cerignola dovrebbe riacquistare fiducia e tutti dovrebbero essere uniti non per combattere questa o quella persona, ma l’unico grande nemico di Cerignola che è la mafia, che in maniera silente ma efficace opera e continua a operare». Posizione netta del Vescovo Luigi Renna, che fa anche un bilancio rispetto a quello che è stato il messaggio da pastore lungo questi primi quattro anni.
«Il messaggio del Vescovo in questi anni si è fatto sempre più concreto – ha precisato -. Nella mia vita mi sono sempre dedicato alla formazione del clero. Mi sono ritrovato maggiormente catapultato in una realtà di popolo di Dio più complessa e ho imparato a conoscere pregi e difetti. L’attitudine formativa di una persona credo non venga mai meno. Il formatore è sempre una persona che non è animata dal sospetto, è animata dalla fiducia. Io comincio sempre con un atteggiamento di fiducia e devo dire che a volte viene anche disattesa. Ma questo non deve distogliere da questo atteggiamento paterno. Io credo che il mio magistero col tempo sia divenuto più concreto e non sia stato animato da una mia visione intellettualistica ma ha cercato di rispondere ai problemi così complessi del nostro territorio».