In occasione della Giornata della memoria l’Istituto di Borgo Tressanti, sede distaccata del Comprensivo Don Bosco-Battisti di Cerignola, ha scelto di testimoniare il dramma terribile e vergognoso del genocidio ebraico attraverso la drammatizzazione di alcuni passi dell’opera di Primo Levi, “Se questo è un uomo”. Nonostante l’orrore dei lager sia stato paragonato dagli stessi sopravvissuti all’Inferno sulla terra, oggi si corre il rischio – per non dire la tentazione – di dimenticare le atrocità del passato piombando nel buio dell’indifferenza, più volte definita da Liliana Segre il peggiore dei mali; di fronte a questo pericolo, la Scuola ha invece l’obbligo di condannare quegli errori affinché le nuove generazioni non vi ricadano in futuro. La violazione dei diritti umani è un tema di forte attualità e, pur riconoscendo le dovute differenze, non è azzardato suggerire ai ragazzi un paragone tra la persecuzione nazista degli ebrei e la carneficina di migliaia di migranti nel Mediterraneo; tra i “passatori” di ieri (coloro che dietro ingenti somme aiutavano gli ebrei a varcare il confine per non finire nei campi di sterminio) e gli “scafisti” di oggi (veri carnefici che in cambio di denaro promettono ai profughi un approdo sicuro sulle nostre coste). Le due tragedie sono accumunate dalla negazione della dignità della persona umana, con la differenza che un tempo era il totalitarismo di Hitler a far chiudere gli occhi, oggi sono la diffidenza e l’egoismo a bloccarci.
Lo scenario dei nostri tempi dovrebbe interrogare se ancora una volta, nel cuore della civiltà europea, non stiamo perseguitando dei nemici inesistenti, altre vittime innocenti come gli ebrei di settant’anni fa, colpevoli solo di essere nati nella parte del mondo sbagliata, dimenticando che nessuno lascerebbe la propria terra se non fosse realmente costretto. La scuola primaria e secondaria di Borgo Tressanti ha scelto di rievocare non a caso il momento drammatico della partenza, quando gli ebrei – a seguito dei rastrellamenti seguiti all’emanazione delle leggi razziali – sono stati prelevati dalle loro abitazioni per essere condotti nei campi di concentramento e di sterminio. Una commemorazione silenziosa e toccante. Un viaggio carico di dolore che gli alunni hanno saputo interpretare egregiamente.
Ogni dettaglio – dalle valigie di cartone alle magliette a righe, dalle stelle giudaiche allo sfondo suggestivo delle stazioni, dei binari e delle cancellate – è stato curato dalla scolaresca e dal corpo docenti con attenzione e amore, dando risalto e valore al gesto prima ancora che al fascino del risultato. Tutti gli ambienti dell’Istituto hanno saputo testimoniare quella vergognosa pagina di storia attraverso i disegni dei più piccoli, il racconto dei grandi, i brani dei maestri di musica e dei giovani flauti. Accompagnati dalle note di Auschwitz di Guccini e formando una catena umana, i ragazzi hanno consegnato ai presenti un messaggio, “NON CI DIMENTICATE”, incorniciandolo con due rose, segno della vita che può nascere dietro la morte del filo spinato. A chiudere la rappresentazione la poesia Shemà (Ascolta) di Primo Levi perché, in fondo, la Giornata della memoria si svuoterebbe di significato se tutti noi non prestassimo attenzione al racconto dei sopravvissuti per diventare a nostra volta dei testimoni.