L’Ospedale di Cerignola come tutti i presidi di Capitanata inseriti nell’emergenza Covid-19, un modo, probabilmente il meno adeguato, per gestire l’emergenza Coronavirus. A dirlo è il Ministero della Salute; nel prospettare la fase 2 il Ministro Roberto Speranza ha infatti illustrato tra le altre cose la necessità di aumentare i Covid Hospital dedicati, lasciando che i presidi tradizionali siano concentrati sulle terapie ordinarie. Dunque – parola di ministro – gli ospedali misti non vanno bene.
Ancora sul banco degli imputati l’organizzazione sanitaria della Capitanata, che, non si capisce bene perché, moltiplica le occasioni di contagio nei nosocomi e riduce i servizi per i cittadini sui territori. A ribadirlo è stata l’ex-Assessore regionale alla Sanità Elena Gentile: «il direttore generale della ASL Fg Vito Piazzolla ha reso tutti gli ospedali della provincia di Foggia, compresi i presidi territoriali, ospedali Covid, dunque cluster di infezione – ha detto la pediatra cerignolana -. Ed è opinione diffusa, accreditata scientificamente, che gli ospedali sono il luogo dove si produce il maggior numero di contagiati. Invece di individuare un unico presidio per accogliere e curare i pazienti Covid ha inteso spalmare i casi infezione da coronavirus appunto in tutti i presidi dove stanno accadendo episodi inquietanti».
Non le manda a dire la piddina che rilancia: «raccolgono quotidianamente le ansie, le paure, le preoccupazioni non solo nel comparto sanitario, ma anche di moltissimi cittadini, di tanti tantissimi pazienti portatori di patologie croniche che si sono sentiti letteralmente abbandonati nelle ultime settimane. La mia preoccupazione è condivisa dal professor Pierluigi Lopalco scienziato chiamato a dirigere la task force istituita dalla Regione Puglia. Lo stesso Pierluigi Lopalco qualche ora fa dichiarava in un’intervista che 65 morti per coronavirus in provincia di Foggia se rapportati ai 182 dell’intera regione destano molta preoccupazione. E ancora ieri il dato più rilevante dei contagi e dei positivi è stato quello registrato in provincia di Foggia e su nove decessi quattro sono attribuiti a cittadini residenti nella nostra provincia. Che cosa ci dobbiamo aspettare ancora, cosa deve ancora accadere in questa provincia nel nostro territorio alla luce del mirabolante piano messo in campo dal direttore generale che non ha inteso coinvolgere i medici di medicina generale, che non ha inteso predisporre le unità territoriali di diagnosi e di cura disattendendo anche le prescrizioni ministeriali e che ha, infine, rallentato l’esecuzione dei tamponi».
Per l’ex-europarlamentare si è dato luogo ad «una serie lunghissima gli errori ed omissioni consacrate nella circolare chi il direttore generale ha restituito agli operatori della sanità di questa provincia, che prefigurava la chiusura e l’accorpamento di alcuni reparti, lo spostamento degli stessi da un presidio all’altro. Insomma una follia incomprensibile legata all’esigenza di offrire il numero maggiore di posti negli ospedali della provincia ai pazienti Covid, creando le condizioni per davvero di un disastro. E mentre in questa provincia infuriava l’incendio, Vito Piazzolla suona la cetra, come Nerone. E a fronte di questo disastro e dei numeri assolutamente allarmanti lui suona la cetra per incensare se stesso e per sottolineare le sorti salvifiche dei suoi improbabili editi. La mia unica e sola preoccupazione è quella legata alla tenuta del sistema e soprattutto alla salute dei nostri concittadini ma anche dei nostri operatori sanitari. E per questo sono incazzata nera. Piazzolla deve sapere che noi continueremo ad inseguirlo, denunciando e sottolineando tutti i suoi errori. E poi prendo nota il dottor Piazzolla: a me interessano soltanto la sicurezza e il futuro dei cittadini e di questa provincia. Le polemiche di campanile le lascio a lui, al suo team di barlettani, ai suoi inutili fans. Le polemiche di campanile non ci sono mai appartenute e non ci apparterranno mai».