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    Tar conferma: “Comune sciolto per infiltrazioni mafiose”. Perde l’ex Sindaco Metta

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    Ecco l’attesa sentenza del TAR: il comune di Cerignola è sciolto per Mafia. Si è espresso oggi il Tribunale sul ricorso contro lo scioglimento per infiltrazioni mafiose presentato dall’ex-Sindaco Metta scrivendo a chiare lettere: «il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Prima), definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo respinge. Spese compensate». Nelle 27 pagine di sentenza – perlopiù tecnica – diversi gli incisi che puntualizzano come nella fase di indagine da parte della commissione d’accesso e nell’operato del Prefetto si sia rispettata in pieno la norma. Confermate poi tutte le contestazioni oggetto della relazione del Prefetto Grassi. «Gli episodi sin qui esaminati, in cui è oggettivamente riscontrabile una penetrazione della criminalità organizzata nell’attività del Comune, non costituiscono gli unici sui quali si è soffermata l’indagine della Commissione, ma sono di per sé soli sufficienti ad evidenziare il condizionamento dell’Ente ed il suo non occasionale asservimento agli interessi della criminalità organizzata di stampo mafioso» si legge in uno degli incisi finali.

    «Anche il costante ricorso ad affidamenti diretti, per quanto formalmente legittimo a fronte della esiguità degli importi contrattualizzati, consente di condividere le conclusioni alla base del provvedimento di scioglimento, configurando una logica di asservimento agli interessi della criminalità organizzata che costituisce un abuso dell’art. 36 del Codice degli Appalti Pubblici, giacché sottrae costantemente gli affidamenti ad una competizione che normalmente determina l’abbassamento dei prezzi; inoltre è evidente che gli affidamenti diretti consentono di scegliere il beneficiario del contratto». Ribadito tutto questo, «il Collegio non ritiene quindi di doversi soffermare sui numerosi altri episodi in cui la Commissione di accesso ha riscontrato anomalìe o possibili collegamenti tra gli operatori economici affidatari di lavori, servizi o concessioni e la criminalità organizzata. Trattasi comunque di vicende (quella relativa alla realizzazione del palazzetto dello sport, ai lavori di ampliamento del cimitero, ai lavori di recupero edilizio dell’edificio “ex stalloni”, alla concessione dello stadio comunale -OMISSIS-) in cui si constata che l’operatore economico beneficiario dell’affidamento, pur non attinto direttamente da interdittiva antimafia, e pur avendo conseguito l’affidamento all’esito di procedure apparentemente non caratterizzate da particolari illegittimità o anomalìe, ha qualche collegamento non occasionale con appartenenti a clan locali della criminalità organizzata. Si tratta dunque di situazioni che, calate in un contesto in cui la sussistenza di condizionamento mafioso risulta verosimile alla luce di ulteriori elementi, confermano il quadro indiziario già tratteggiato. Per concludere il Collegio deve rilevare che il ricorrente non ha allegato né dimostrato azioni concrete ed in fatto con cui l’Amministrazione è andata contro gli interessi della criminalità organizzata, limitandosi ad enumerare una serie di iniziative compendiatesi solo in mere esternazioni formali.

    In questo senso non sono dirimenti le iniziative assunte dall’Amministrazione -OMISSIS- per contrastare l’abusivismo degli ambulanti, l’istituzione della centrale Unica di Committenza, l’istituzione del regolamento disciplinante l’Albo dei fornitori, trattandosi di misure che in caso di condizionamento mafioso possono essere aggirate. Quanto al fatto che fosse sistematicamente richiesta la certificazione antimafia, essa costituiva un obbligo al quale gli organi comunali non avrebbero potuto sottrarsi, senza suscitare interrogativi. Si è visto, comunque, che in alcuni casi, con il pretesto di una (dubbia) urgenza, alcuni affidamenti diretti e provvisori sono stati rinnovati ad operatori già destinatari di interdittiva antimafia. Quanto al fatto che la grande maggioranza degli affidamenti sia avvenuta all’esito di gare formalmente legittime, per lo più a favore di diversi operatori economici e per lo più all’esito di gare aperte, non pare costituire elemento indicativo dell’inesistenza di condizionamento mafioso, giacché questo non necessariamente deve interessare l’intera totalità dell’attività dell’ente, ed inoltre per la ragione che proprio per salvaguardare certi interessi v’è la necessità di dare un’apparenza di legalità nell’agire dell’ente. Il Collegio ritiene, conclusivamente, che le Amministrazioni resistenti abbiano fatto buon governo delle norme e dei principi giurisprudenziali richiamati nella prima parte della motivazione in diritto, ragione per cui il ricorso va respinto». Si scrive così la parola fine – si spera – su una questione per troppo tempo alimentata da dubbi, spazzati via da questa sentenza.

    2 COMMENTS

    1. Penso che trattasi di una sentenza inevitabile. Ora mi auguro che questa città risorga con il sostegno di tutti!
      alle prossime elezioni si deve votare gente con le Palle non i soliti soggetti attaccati alle poltrone, al potere, potrei fare una lista di nomi ma tutti Voi già li conoscete, sia di destra, sinistra e centro.

      • Mi Auguro, oggi il Soggetto in causa, che s’aspettava l ‘assoluzione certa (sua dichiarazione) prenda Atto della SENTENZA, ABBIA IL PUDORE CIVILE E POLITICO DI STARE IN SILENZIO X LE FORTI DICHIARAZIONI FATTE FIN D’ INIZIO D SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE. SPERO ORA CHE TUTTA LA SINISTRA (DICO TUTTA LA SINISTRA) ABBIA LA CONSAPEVOLEZZA DI EVITARE I PERSONALISMI MA CERCARE DI CAPIRE CHE NON È PIÙ IL TEMPO DI SCHERZARE MA TROVARE UN CANDIDATO ALL’ALTEZZA DEL COMPITO PER RISOLVERE I TANTI PROBLEMI CHE SI SONO VENUTI A CREARE IN QUEST’ ULTIMO PERIODO, INSIEME AI TANTI CHE VI ERANO ANCORA PRIMA.

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