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    «Ti ricordi di me?» Una scusa per “chiedere” denaro a chi preleva ai Postamat

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    Immobili e apparentemente indifferenti, nel loro ingiustificato bighellonare, rispetto a quanto sta avvenendo a pochi metri da loro. Imperturbabili, non hanno borse della spesa o medicine e relativi scontrini da esibire in caso di controlli da parte delle forze dell’ordine. Appostati su un muretto, o nei pressi della fontana di Piazza Duomo, senza un apparente perché. Poi, improvvisamente, si animano. Scattano repentinamente, con un tempo di reazione che un Hamilton in pole position invidierebbe. Qualcuno, infatti, ha appena prelevato denaro da un bancomat, quello di Poste Italiane, uno dei due (su tre in totale) superstiti a Cerignola. Il consumatore abusivo d’ossigeno, così lo definirebbe il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, si avvicina all’ignaro cittadino con un sorriso a 32 denti, gioioso, felice di aver incontrato per caso un vecchio amico o conoscente: Ohhh, ciao, ti ricordi di me?”. La risposta è ovviamente negativa. L’altro, però, non si scoraggia mica, e gli dice, quasi rimproverandolo per la pessima memoria, di avere un certo cognome e di essere parente stretto di una persona che non c’è più e che, quando c’era – questo lo aggiungiamo noi, non il suo presunto parente – si contraddistingueva non esattamente per la sua attività filantropica. Il sedicente appartenente alla nobile casata perdona lo smemorato, passando alle cose serie: Sind. t’pozz addumannè nu’ favour?. A quel punto, capendo immediatamente la solfa, il suo interlocutore replica: “Non m’si dcenn nind’, non teng sold’ appirs”, confidando nella finta comprensione di chi lo ha appena visto prelevare dal bancomat. E se ne va, diciamo di buon passo, sperando tra sé e sé che l’altro decida di non seguirlo e che indirizzi le sue attenzioni altrove.

    Anche questa è Cerignola ai tempi del coronavirus. Non solo rapine ai supermercati ed alle aree di servizio di autostrade deserte, non solo i sempiterni furti di auto, non solo l’amaro ritorno degli scippi. Ora anche questi trucchetti per cercare di spillare denaro ai malcapitati di turno. Non sarebbe un caso isolato quello appena raccontato. In realtà non parliamo neanche di qualcosa di nuovo: il fenomeno, però, avrebbe assunto ultimamente dimensioni più rilevanti. Nei giorni scorsi, infatti, episodi analoghi si sarebbero verificati in altri punti della città, nei pressi di altri istituti di credito, e, pare, sempre nel primo pomeriggio, quando la tanta gente che affolla di mattina le strade cerignolane in piena fase 1 sta smaltendo le fatiche del pranzo. Qualcuno giustamente pensa che sia quello il momento migliore per prelevare denaro dai bancomat, evitando le code. Ed evidentemente altri pensano che sia sempre quello il momento più indicato per agire indisturbati. Ma, considerando che parliamo di una popolazione particolarmente sveglia e reattiva nella sua globalità, dobbiamo aggiungere che, sempre stando a quanto si sa, nessun “colpo” sarebbe andato a segno. Agganciandoci a quanto sopra raccontato, e mettendo al bando salamelecchi e sviolinate, riflettiamo su come le donne e gli uomini delle forze dell’ordine operanti in questo territorio producano ogni giorno sforzi non proprio paragonabili a quelli dei loro colleghi di Morbegno o della Val Maira, con tutto il rispetto per chi lavora in zone come quelle in cui è regola rispettare le regole.

    I nostri fanno molto di più di quello che possono. Possiamo fare solo il tifo per loro, e sperare che prima o poi, a supportarli, arrivino rinforzi. E che questi rinforzi non siano solo “di passaggio”, come avvenuto purtroppo dopo la strage di Apricena. Cambiano le facce dei ministri dell’Interno e della Difesa, cambiano i colori dei governi, cambiano le modalità delle rassicurazioni, ma rimane l’inversa proporzionalità tra impegno e professionalità di chi quotidianamente ci protegge e il grado di consapevolezza della gravità della situazione da parte dei vertici istituzionali. Il comune con la più alta densità criminale della Puglia è di fatto snobbato. Anche dal figlio di Nicola Conte, che ha scientificamente bypassato Cerignola in tutte le sue numerose visite in Capitanata nel 2019, l’anno della vergogna.

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