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    Dad, Emiliano tira dritto «Sì alla facoltà di scelta fino al 15 maggio»

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    «Fino al 30 aprile vige la mia ordinanza che dispone la didattica digitale integrata e consente alle famiglie di poter scegliere fra dad e lezioni in presenza. Abbiamo davanti a noi altre due settimane di zona rossa. La nostra intenzione, in assenza di novità positive sul fronte contagi, è quella di prorogare l’ordinanza per i primi 15 giorni di maggio». Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, lo dice chiaro e tondo nel corso della riunione in videoconferenza con il gruppo facebook “Genitori pugliesi favorevoli alla Dad” che lo hanno voluto incontrare di nuovo da remoto sabato scorso, molto preoccupati per le eventuali decisioni del governo Draghi di riaprire le lezioni in presenza al 100% per tutte le scuole, comprese quelle superiori, già dal 26 aprile per le regioni in area gialla e arancione.

    La scelta ai genitori

    La Puglia sarà in zona rossa fino al 30 aprile e ad oggi è l’unica regione italiana ad aver applicato la norma della facoltà di scelta dei genitori per tutte le scuole. Il presidente Emiliano non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro anche se aggiunge: «È chiaro che se il numero dei contagi dovesse crollare anche in Puglia e il Governo nazionale dovesse decidere per la presenza in classe di ogni ordine e grado – sostiene – anche se ormai siamo al termine dell’anno scolastico, allora si vedrà. Il Governo ha sempre l’ultima parola e noi siamo rispettosi delle leggi». Ai genitori, però, spiega un concetto. «Nessuno – dice Emiliano – può obbligarvi a mandare i vostri figli a scuola in piena pandemia e quindi finché ci sarà la dichiarazione di emergenza sanitaria potrete chiedere individualmente la didattica a distanza anche nella eventualità che io non possa fare ordinanze. È un vostro diritto costituzionale. È una mia personale teoria giuridica che credo sia fondata perché è alla base delle mie ordinanze. La libertà di scelta garantisce il diritto individuale e quello collettivo, alla tutela della salute e al diritto all’istruzione e, abbassando il numero di persone in classe, diminuisce il rischio contagi». Intanto, Emiliano incassa anche il supporto a distanza del presidente del Veneto, Luca Zaia che sottolinea come, per riaprire le scuole al 100%, «bisogna trovare una soluzione adeguata – dice Zaia – tra cui anche rendere la presenza facoltativa, come ha fatto da tempo la Puglia». Insomma, riaprire in presenza tutte le scuole al 100%, comprese le superiori in dad da mesi, sembrerebbe missione quasi impossibile. I nodi sono sempre gli stessi e tutti da sciogliere. Aule sovraffollate, trasporti insufficienti, dispositivi di protezione inadeguati, tracciamento saltato, anche se il Governo pensa a test salivari a campione nelle scuole. E anche la campagna di vaccinazione anti-Covid per il personale scolastico interrotta dal nuovo piano nazionale che prevede vaccinazioni per fasce di età e fragilità, non più per categorie.

    I sindacati

    Alzano gli scudi su riaperture alla cieca i sindacati, anche quello dei presidi. «Tornare in presenza è il nostro auspicio da sempre – dice Roberto Romito, presidente dell’Anp Puglia – ma in sicurezza. Oggi non ci sono le condizioni. Tutte quelle garanzie per un rientro in sicurezza non sono state prese – prosegue Romito –. Oggi si parla di test salivari, ma per i trasporti non si è fatto niente. E prima che si organizzi tutto, si arriva al 10 giugno e finisce l’anno. Anche qui in Puglia, per esempio – chiosa il presidente Anp regionale – ci dovevano essere gli operatori sanitari scolastici. Ottima iniziativa. Ma dove sono?». Sulle prove Invalsi previste ai primi di maggio in presenza, il presidente Emiliano ha dato la sua indicazione ai genitori che invece hanno scelto la dad per i propri figli. «È inaccettabile – dice –, richiedete le prove da remoto. La stessa cosa vale per gli scrutini. Alcuni di voi mi dicono di essere fortemente pressati dalle scuole di tornare in presenza con la minaccia di non poter fare le valutazioni e in qualche caso anche di far intervenire gli assistenti sociali. Fatti del genere sono gravissimi e non possono accadere». (tratto da Corriere del Mezzogiorno)

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