Anche Enrico Farina è in gara per un seggio in Consiglio Comunale alle prossime amministrative. Classe ’97, ‘figlio d’arte’ (suo padre Domenico è uno dei nomi storici del centrodestra cerignolano ndr), per il suo debutto in politica Farina ha aderito alla lista ‘Giannatempo Sindaco’: «Ho deciso di rimanere estraneo ai partiti perchè non ne condivido i metodi di gestione. Vedo solo tante ‘prime donne’ che cercano di prevalere sugli altri. Tuttavia, appoggio convintamente la candidatura di Antonio Giannatempo perché ritengo valido il suo programma».
Al centro del programma di Farina c’è la delicata questione degli appalti: «Ho chiesto e ottenuto che nel programma di coalizione fosse prevista l’adesione del Comune di Cerignola alla Stazione Unica Appaltante (S.U.A.), organismo che si caratterizza perché, anche se l’Ente rimane padrone delle proprie scelte, è la Prefettura, come organo terzo ed imparziale, ad effettuare i controlli sulle condizioni e requisiti delle imprese che partecipano alle gare e le verifiche antimafia. È una garanzia di legalità e trasparenza». L’adesione alla S.U.A. comporterebbe un passo in avanti rispetto all’attuale sistema della Centrale Unica di Committenza (C.U.C.) dal punto di vista della legalità: «L’unica utilità del C.U.C è il risparmio di fondi pubblici. Non c’è un controllo della Prefettura, di cui al contrario, in questo momento storico, Cerignola ha bisogno». Una proposta radicale, visti i recenti trascorsi amministrativi a Cerignola, che ha generato frizioni con qualche competitor: «Un candidato sindaco mi ha dato dello sprovveduto perché secondo lui questa adesione suggella il fallimento della classe politica, tacciata di essere incapace di assegnare gli appalti».