Ancora in corso le indagini per far luce su quanto avvenuto la notte tra il 3 e il 4 gennaio scorso. Un uomo, Tobias Ian Dorel, un 55enne di nazionalità rumena, che lavorava e viveva all’interno della azienda agricola “La Bella di Cerignola”, è stato ritrovato morto, carbonizzato, nella sua abitazione alle prime luci dell’alba. Nelle ore immediatamente seguenti il ritrovamento sono stati sentiti la compagna della vittima e il figlio. Proprio questi ultimi erano stati allontanati dall’abitazione la sera prima. Dopo un’accesa lite familiare era intervenuta la Polizia che aveva appunto allontanato i familiari dell’uomo, a quanto si apprende apparentemente ubriaco. Di primo mattino il ritrovamento: a lanciare l’allarme gli operai giunti sul posto, a ritrovare il cadavere i Vigili del Fuoco durante le operazioni di spegnimento delle fiamme poco dopo le 7,00 del mattino. Le indagini, coordinate dalla dottoressa Rosa Pensa della Procura di Foggia, sono affidate al locale Commissariato di Polizia guidato dal Vice Questore Loreta Colasuonno.
Sul corpo della vittima alcune ferite di arma da taglio, in particolare sugli arti. E poco prima che divampasse l’incendio, secondo quanto accertato, la vittima aveva scritto un post sul suo profilo Facebook con cui salutava tutti e, secondo gli investigatori, manifestava intenzioni suicide. «Baci a tutti, me ne vado – si legge nel post -. Vi auguro tanta felicità e salute a tutto il mondo ma non si può più vivere così, baci a tutti gli amici». Gli investigatori adesso sono al lavoro per capire se l’uomo possa aver compiuto un gesto estremo. Al vaglio anche i filmati delle telecamere di sicurezza dell’azienda. Ci sono due ipotesi che prendono corpo ora dopo ora: un eventuale suicidio, in considerazione del fatto che la vittima ha manifestato in passato la volontà di togliersi la vita, oppure quella dell’omicidio, la pista al momento più calda. Il dubbio è che l’uomo possa esser morto prima che i locali in cui viveva fossero dati alle fiamme.
Ovviamente sull’accaduto vige il massimo riserbo in considerazione del fatto che nessuna pista è considerata prioritaria. Gli investigatori lavorano per rimettere insieme i pezzi di una storia caratterizzata da un buco di circa sei ore – quelle notturne – nelle quali non si comprende cosa abbia fatto o cosa sia successo alla vittima. Nonostante gli interrogatori a parenti e persone informate sui fatti, le immagini di videosorveglianza e alcuni indizi raccolti sul luogo del fatto, non si riesce ancora a far luce sulla morte del Dorel. Interessante il particolare delle manopole del gas aperte, questione che rimanderebbe ad un incendio non casuale. Ci si domanda dunque se sia stato un gesto volontario o l’opera di un terzo. Ulteriori indicazioni potranno poi venire dalle risultanze della perizia del medico legale nelle prossime ore.
Gennaro Balzano
La Gazzetta del Mezzogiorno