A pochi giorni dalle elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre uno scandalo giudiziario turba il clima da campagna elettorale. Come riportato dal Fatto Quotidiano, ci sarebbe anche Francesco Merafina – imprenditore cerignolano, segretario regionale de ‘L’Altra Italia’ e candidato consigliere alle prossime elezioni al seguito dell’ex sindaco Franco Metta – tra i coinvolti nell’operazione ‘Candidopoli’, condotta dalla Guardia di Finanza di Padova in coordinamento con la Procura di Rovigo. Sarebbero infatti 15 le denunce a carico di membri del movimento e pubblici ufficiali per violazione del ‘Testo Unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle amministrazioni comunali’, 2 le sospensioni dall’esercizio di pubbliche funzioni e 7 le misure cautelari spiccate dai magistrati; tra i destinatari delle quali – secondo la ricostruzione del Fatto – ci sarebbe anche l’imprenditore cerignolano, gravato dell’obbligo di presentarsi alla Polizia Giudiziaria.
L’INCHIESTA Le indagini della GdF riguardano presunti brogli nella composizione delle liste del movimento politico di destra che a Cerignola supporta il sindaco uscente, la cui amministrazione è stata sciolta per infiltrazioni mafiose nel 2019. Secondo gli inquirenti, negli ultimi due anni ‘L’Altra Italia’ avrebbe presentato nelle proprie liste alle elezioni amministrative nomi di persone avulse dai contesti dove si svolgevano le consultazioni locali. I candidati ‘fantasma’ sarebbero stati pescati soprattutto tra inconsapevoli anziani e disabili, residenti per la maggior parte nel foggiano (Cerignola, Torremaggiore, San Paolo in Civitate) e nel Salento (Ugento). Nel corso delle indagini, gli ignari avrebbero dichiarato agli investigatori di non aver mai sottoscritto la candidatura e addirittura di non conoscere il movimento. Secondo l’accusa, i brogli si sarebbero realizzati soprattutto in comuni la cui popolazione è inferiore ai mille abitanti, perché in questi casi la normativa prevede una procedura semplificata per la presentazione delle candidature e quindi più facile da aggirare. Lo scopo di questo disegno, secondo la Procura, sarebbe quello di speculare su realtà territoriali dove, grazie alla specifica normativa settoriale, sarebbe risultato più semplice eleggere un proprio rappresentante, al fine di ottenere maggiore visibilità sul territorio nazionale e accrescere il consenso del movimento.
Sinceramente non nutro simpatie per il sig. Merafina, ma comunque delle domande mi pongo. Ma è possibile che gli scandali arrivino a cronometro sempre poco prima delle elezioni per poi finire in bolle di sapone dopo decine di anni (vedi ultimo caso dell’Utri). Ma Palamara nulla ha insegnato? Con questo lungi da me dire che sia colpevole o innocente, che sarà la magistratura tra dieci anni a decidere, ma nel frattempo fino a sentenza definitiva non ci rompete le scatole.