Il Sud è sempre stato un territorio difficile per l’impresa, ma qualcosa sta cambiando, soprattutto a livello di imprenditoria giovanile. La strada è comunque ancora piuttosto lunga, se si pensa che il livello di imprenditorialità nell’area, ossia il rapporto tra popolazione tra i 15 e i 64 anni e imprese, è pari a 15,6 ogni 100 abitanti (dati Il Sole 24 ore). La situazione imprenditoriale nelle aree del Sud Italia è frammentaria e dispersiva, ma c’è una buona notizia: le imprese giovanili sono una buona fetta del totale. I dati ci dicono che ogni 100 residenti, le imprese under 35 sono 5,9 (mentre la media nazionale si ferma a 5,2), toccando l’apice in Calabria e Campania, dove sono 6,3.
Nei primi sei mesi del 2021, la ripresa parziale dopo la fase acuta della pandemia ha influito anche sulla natalità imprenditoriale nel Meridione. Se nel primo semestre del 2020 le imprese nuove sono state poco più di 48mila, mentre nei primi sei mesi dell’anno in corso sono state oltre 58mila. Benché i numeri siano ancora lontani da quelli pre-pandemici (nel 2019 erano stati più di 62mila), la piccola ripresa può essere un segnale positivo. Ma i dati riportati dal Sole 24 ore nascondono anche alcune criticità, per esempio le nette differenze tra un territorio e l’altro. La Puglia, per esempio, è la prima regione in Italia (e non solo al Sud) per la natalità delle imprese, mentre all’ultimo posto si colloca la Basilicata.
La questione è che al Sud la volontà realizzare un’idea imprenditoriale spesso si scontra con la mancanza di finanziamenti. Senza fondi, l’idea rischia di rimanere su carta. A proposito, alcune misure destinate all’imprenditoria del Sud si pongono come strumenti concreti per trasformare l’idea in realtà. Tra i finanziamenti più efficaci troviamo il bando Resto al Sud, destinato a imprenditori di massimo 55 anni residenti nelle regioni del Sud (Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna), di cui parla in un articolo molto approfondito il blog di Contributi PMI, esperti nell’affiancare gli aspiranti imprenditori che desiderano concretizzare la propria idea di business. La misura prevede finanziamenti del 100% alle imprese, 50% a fondo perduto e 50% a tasso zero, e può arrivare sino a un massimo di 60mila euro. Resto al Sud finanzia imprese di tutti i settori o quasi: agricoltura, artigianato, industria, fornitura di servizi per imprese e persone, turismo, pesca e acquacoltura. La domanda dev’essere presentata via web a Invitalia, utilizzando la piattaforma dedicata ad hoc per misure e bandi destinati alle imprese. In un contesto complicato come il Sud, dove fare impresa si scontra con problemi strutturali di lunga data, misure come Resto al Sud rappresentano un ottimo incentivo per fare impresa nel Meridione, un’area con molte potenzialità da sfruttare, soprattutto per dare vita ad attività legate alla cultura e al turismo.