I costi della raccolta dei rifiuti sono sempre al centro del dibattito politico. Costi che riguardano i cittadini, tartassati dal 36% di aumento della TARI ai tempi di Metta e sostanzialmente riconfermati. Se la prende col centrodestra l’ex-consigliere comunale Tommaso Sgarro: «ritiene normale che i cittadini di Cerignola paghino la Tari più alta d’Italia». «Pesanti accertamenti Tari arrivano nelle case dei cerignolani -scriveva poche ore addietro Gianvito Casarella di Fratelli d’Italia -. Molti sono contestabili e finiranno per intasare tribunale e uffici. A pagare, anche il non dovuto, saranno i cittadini. Tra vecchie responsabilità e rinnovati capipopolo (da non ascoltare). C’è chi pensa di far politica con la demagogia e va per campagne ad agitare le folle, rassicurando che quando salirà lui a Palazzo tutto brillerà: è lo stesso che nel 2018 invitò a non pagare l’integrazione Tari del 36%, a fare una “class action”. Che fine hanno fatto quegli avvisi? Se arriveranno a breve i solleciti, li pagherà lui a quella gente o andrà lui in Commissione Tributaria?»
Secca la replica di Sgarro: «A differenza vostra proveremo ad evitare il bagno di sangue ai cittadini con il ricorso in Commissione Tributaria per quell’aumento del 36% che voi ritenete normale. Confondere, inoltre, l’accertamento della TARI 2015, frutto anche del recupero di utenze fantasma, con il caos che va dal 2018 in poi è frutto o di malafede o di ignoranza. Chi fa demagogia dunque?». «Non servono miracoli, per assicurare un servizio di igiene urbana più decoroso. Non servono scienziati per adeguare i costi del servizio alla media nazionale – commenta Sgarro -. Basta applicare la legge nella stesura del PEF, nel calcolo delle aliquote e nella tenuta delle liste di carico delle utenze. Solo così finiremo di far pagare ai cittadini le cambiali elettorali e le assunzioni clientelari che hanno portato Cerignola in testa alla classifica tra gli 8000 comuni d’Italia. Lo avete capito o no?» chiede l’ex-candidato Sindaco.