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    “Lasciami volare”, la toccante testimonianza di Gianpietro Ghidini è giunta anche a Cerignola

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    È la notte del 24 novembre 2013 quando la vita di Gianpietro Ghidini, e della sua famiglia, cambia irreversibilmente. Suo figlio Emanuele, di appena 16 anni, precipita nelle acque del fiume Chiese, a Gavardo, nel bresciano, in seguito agli effetti di una droga sintetica assunta con la leggerezza e la fragilità che spesso caratterizza quell’età, durante una festa con degli amici più grandi. Emanuele perde la vita in quel fiume, esattamente nello stesso punto in cui dieci anni prima liberò, con papà Gianpietro, il suo pesciolino rosso. Dopo alcuni istanti il piccolo animale finì mangiato da un’anatra, sotto lo sguardo attonito dell’allora piccolo Emanuele, che capì anche troppo presto come il dolore fosse parte dell’esistenza.

    E dal dolore più atroce che possa colpire l’essere umano, quello di sopravvivere ad un proprio figlio, Gianpietro Ghidini, dopo esserne stato travolto, riesce a trarne un’enorme forza, tale da rendere la storia di suo figlio un insegnamento da porre generosamente al servizio di migliaia di adolescenti e genitori in giro per l’Italia. All’inizio del 2014 dà vita ad “Ema PesciolinoRosso”, una Fondazione che ha lo scopo principale di sostenere i giovani nella forma di divulgazione e sostegno di attività di sviluppo e crescita. In questi anni è diventata una community di migliaia di persone, in crescita continua, dove genitori e giovani si scambiano idee, pensieri e condividono riflessioni su molti temi: l’adolescenza, il futuro, la scuola e naturalmente il rapporto tra genitori e figli. Da allora sono stati più di 1700 gli eventi, l’ultimo dei quali ha avuto luogo a Cerignola il 21 e 22 ottobre, organizzato dalla Comunità Parrocchiale di San Trifone con le scuole.

    Poco prima dell’inizio della seconda giornata, Ghidini si è gentilmente concesso a lanotiziaweb.it, ricordando quello che ha rappresentato questo percorso: «Non ho la pretesa di salvare nessuno. Un giorno una signora mi ha regalato un libro che s’intitolava ‘L’uomo che piantava gli alberi’, la storia di un signore che vive in Provenza dove si era creata una zona desertica. Questo perché avevano tagliato gli alberi e animali e persone erano andati via. Il signore rimase lì e un giorno decise di piantare cento ghiande: da lì andò avanti piantandone cento tutti i giorni. Dopo vent’anni era cresciuta una foresta. La mia speranza, quando vado a raccontare la storia di Emanuele e la nostra storia, è che un piccolo seme entri nel cuore di un ragazzo o di un genitore, che magari non servirà subito ma prima o poi possa fiorire». Nell’indescrivibile dramma, a far scattare una molla in Gianpietro è stato un sogno: «Il sogno è stato il momento che mi ha fatto decidere di intraprendere una certa strada. Due giorni prima mi sono ritrovato in riva al fiume, vicino casa, e lì l’amico di mio figlio mi raccontò come Emanuele si fosse buttato, vestito, in quelle acque tumultuose, dopo aver preso una droga sintetica. Mi sono ritrovato su quel fiume di fronte ad una scelta: buttarmici anch’io o cercare qualcosa di più grande, dare un senso alla nostra vita. Ho scelto la seconda strada. La conferma – sottolinea – è stata proprio quel sogno, in cui raccoglievo Emanuele dall’acqua e riuscivo a salvarlo. Nel tirarlo fuori dal fiume ho sentito dentro di me una grande energia, come se lui mi fosse entrato dentro e finalmente tutto mi è stato chiaro. Se non ho salvato mio figlio, devo combattere per salvare altri figli. Abbiamo fondato ‘Ema PesciolinoRosso’, un’associazione con la quale andiamo in giro per tutta l’Italia. Questo è un miracolo che mi sta salvando».

    La storia di Emanuele è diventata sia un libro, scritto sia per i figli che per i genitori, “Lasciami volare, papà” (Mondadori Electa, 2018), che un’opera teatrale quasi omonima, “Lasciami volare”: «L’abbiamo portata in scena in diversi teatri in tutta Italia. È arrivato il covid che ha rallentato un po’ tutto, ma con un po’ di pazienza riprenderemo anche quella», promette sorridente, in conclusione, papà Gianpietro.

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