Dopo qualche giorno di silenzio utile a metabolizzare la sconfitta elettorale, Franco Metta torna a prendersi la scena con un infuocato incontro tenutosi ieri sera presso il comitato del candidato consigliere Pasquale Morra in via Fratelli Rosselli. L’ex sindaco inizia con l’accettare il risultato negativo assumendosi le proprie responsabilità: «Non dobbiamo rimproverarci niente, ma abbiamo perso lo stesso – esordisce il penalista -. Tutte le giustificazioni come ‘l’uno contro tutti’, i giornali dalla parte degli altri, l’incandidabilità e l’impresentabilità sono chiacchiere. Dovevamo vincere e abbiamo perso, perché avevamo un progetto».
Metta è un fiume in piena e, se in prima battuta sembra voler sgomberare l’area da tutte le voci e le polemiche che si erano susseguite in questi giorni, non perde l’occasione per attaccare i suoi concorrenti di questa campagna elettorale, rei di essersi ‘venduti’ pur di batterlo. «È vero che siamo stati uno contro tutti, ma è perché lo abbiamo scelto noi. Io non gioco la mia coerenza e il mio progetto comprandomi persone e promettendo poltrone. Se avessi fatto questo, avremmo vinto e saremmo oggi a festeggiare una vittoria non del popolo ma dei capibastone». E non rinuncia così a tornare a cavalcare la tesi del ‘tutti contro di me’, e ne ha per chiunque. Per Sgarro «che doveva fare la rivoluzione solo a casa sua, perché chi lo ha sostenuto lo ha fatto perché non gli andava bene Bonito e ora vanno a braccetto col PD». Ce n’è per Fratelli d’Italia «dove fanno i patrioti e poi sostituiscono il tricolore con la bandiera rossa, e lo hanno fatto solo per odio, perché il primo partito d’Italia non può fare scelte a Cerignola solo perché mi odiano». A sorpresa, sotto gli strali di Metta cade pure Mons. Luigi Renna, accusato di non essere stato imparziale: «Pure il vescovo ha contribuito dall’alto del suo equilibrio equidistante ad una campagna feroce e diffamatoria contro di me e contro di voi».
Oltre agli attacchi l’avvocato, contrariamente alla scommessa lanciata dal palco venerdì 1° ottobre, a poche ore dal silenzio elettorale («Chi vince farà il sindaco 5 anni e chi perde sparisce dalla circolazione», ndr), annuncia che il suo progetto politico non si ferma e andrà avanti: «Abbiamo perso, ma alle nostre condizioni, e abbiamo la responsabilità di essere l’unica opposizione reale in città, perché gli altri faranno solo finta. Noi restiamo uniti, non perderemo nessuno. Saremo riuniti in un progetto politico, che avrà presto un suo simbolo, la sua sede in via Don Minzoni, il suo gruppo consiliare e Franco Metta come presidente».