L’enorme appezzamento di canapa (300 ettari) che l’anno scorso a Cerignola ha consentito di catturare 4mila tonnellate di CO2 in atmosfera, quest’anno aggiungerà alla funzione ambientale anche quella medica con la produzione di farmaci a base di cannabis, molto utili nella cura di patologie neurologiche e dermatologiche. A Borgo Tressanti è stato inaugurato lo scorso 18 febbraio il primo impianto in Italia per la produzione e lavorazione della canapa in criogenesi con finalità farmaceutiche, prima autorizzazione rilasciata nel nostro paese dal ministero della Salute. «Estrarremo da fiori e foglie una biomassa, il canapulo, da cui verrà estratto il CBD (cannabidiolo), il principio attivo non psicotropo della cannabis oggi al centro della ricerca scientifica per il suo utilizzo in diverse patologie», spiega Pietro Paolo Crocetta presidente di Bio Hemp Farming, consorzio agricolo del quale fa parte anche la cooperativa agricola cerignolana Palma d’Oro che fin dalla prima ora ha offerto terreni e capacità tecniche per lo sviluppo della coltivazione su un piano agroindustriale (un anno fa) e sulla conversione della filiera ad uso farmaceutico.
Parlare di cannabis con un quesito referendario appena bocciato dalla Corte Costituzionale potrebbe apparire fuorviante, ma Crocetta chiarisce: «La Consulta ha bocciato l’uso per così dire ricreativo della cannabis, noi lavoriamo sul principio attivo non psicotropo. Premesso che non contestiamo l’uso alternativo della cannabis, voglio ricordare che in paesi come Olanda e Malta il consumo viene tollerato e che ad oggi non essendoci una normativa sulla cannabis “light” si tende a fare di tutta un’erba un fascio. La nostra – aggiunge Crocetta – è un’azienda storica sulla cannabis a livello globale, siamo stati i primi al mondo (Crocetta è stato presidente della multinazionale svizzera Crystal Hemp, ndr) ad occuparsi di estrazione da formulazione con i farmaci. La maggior parte delle aziende che utilizzano la cannabis nei loro prodotti sono nate tra il 2016-18, noi nasciamo nel 2008 e ci occupiamo solo dell’aspetto medico. Nel nostro gene c’è solo l’uso farmacologico».
All’inaugurazione del secondo impianto per la trasformazione della canapa sono intervenuti il presidente della commissione Agricoltura alla Camera, l’on. Filippo Gallinella e l’on. Giuseppe L’Abbate sottosegretario all’Agricoltura nel governo Conte uno. La produzione cerignolana punta anche sulle potenzialità di un mercato in grande espansione, il principio attivo della cannabis viene infatti utilizzato in preparazioni galeniche e nella ricerca e sviluppo dei cannabinoidi di cui si attende a breve la registrazioni di nuovi farmaci. Due al momento i farmaci registrati (Epidiolex e Sativex). «Ora le case farmaceutiche stanno intensificando i trial sulla sperimentazione umana – aggiunge Crocetta – il principio attivo della cannabis viene utilizzato soprattutto nella cosmetica e nella medical device, in particolare la linea Dermo-Hemp sostituisce il cortisone nella cura della dermatite atopica. Sono stati superati tutti i colli di bottiglia della produzione industriale e i processi innovativi hanno consentito di velocizzare e analizzare al meglio il prodotto dal punto di vista chimico-farmaceutico. Grazie alla criogenesi – conclude – non serviranno più almeno 2-3 giorni per asciugare le piante, il ciclo dura appena 15 minuti a temperature bassissime (-40 gradi). Se dovessimo ancora operare con i vecchi metodi servirebbero decine di capannoni per conservare le piante ad asciugare».
Massimo Levantaci
La Gazzetta del Mezzogiorno
(18.2.22)