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    “Una notte al Duomo”, il connubio fra arte e vino a Cerignola

    Un convegno sulla storia della Cattedrale, fissato per sabato 10 settembre, che rappresenta la tappa di un progetto artistico e promozionale di più ampio respiro

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    Si svolgerà nella serata di sabato 10 settembre, presso la Cattedrale a partire dalle 20.30, un importante incontro pubblico dal titolo «Una notte al Duomo». Si tratta di un convegno sulla storia e l’architettura del Duomo Tonti, tappa di un progetto ambizioso denominato “Terra Nostra” e curato dal Maestro Gioacchino Loporchio, dal dottor Luca Gasparro e dall’avvocato Antonio Caringella. Sarà un viaggio nella storia della Cattedrale di San Pietro Apostolo, uno dei più grandi edifici sacri dell’Italia Meridionale la cui cupola è visibile dai più diversi punti del vasto territorio di Cerignola. Per l’occasione il M° Loporchio e il dott. Gasparro presenteranno l’opera intitolata “Sotto le stelle”, dedicata proprio alla cupola del Duomo. A presiedere l’evento si avranno importanti personalità: il Vescovo S.E. Monsignor Fabio Ciollaro, il professor Tommaso Sgarro e l’architetto Vincenzo Buttiglione.

    A supportare e fare da main sponsor dell’iniziativa è la cantina Mandwinery, della famiglia Manduano. La nota azienda locale ospiterà nella sua location, che si affaccia esattamente su Piazza Duomo, le opere d’arte del M° Loporchio e chi vorrà vederle da vicino. «La Mandwinery nasce nel 2021, mentre la nostra azienda agricola una decina di anni fa», racconta Vito Manduano, founder della cantina a lanotiziaweb.it. «Inizialmente si trattava di piccoli appezzamenti di vigneti. Successivamente, grazie alla passione mia e dei miei fratelli, siamo arrivati a poter vantare una superficie aziendale di circa 35 ettari coltivata perlopiù a vigneti, ma anche ad oliveti di diversa varietà fra cui la Bella di Cerignola e le olive da olio coratina e Leccino». Un’altra figura basilare di Mandwinery è l’enologo e co-founder Giuseppe Colopi, che tiene a porre l’accento sull’importanza del connubio fra vino e arte: «Sono due elementi molto collegati fra loro. Il vino è storia che portiamo con noi da millenni, anzi, lo produciamo già dal Neolitico. Il vino si è sempre ben sposato con l’arte. Ancora oggi quando produciamo vini raccontiamo delle storie. La filosofia della Mandwinery è proprio quella di continuare a raccontare storie e soprattutto il territorio».

    La serata al Duomo va proprio ad inserirsi in questa direzione: «È una tappa a cui spero ne seguano altre. Il nostro obiettivo è dimostrare le potenzialità dei vitigni autoctoni. Quello per antonomasia è l’uva di Troia, dove in merito abbiamo avuto un riconoscimento importante a livello internazionale. Quest’anno, oltre alle referenze che abbiamo prodotto -un bianco che si chiama ‘Maarì’, un rosato dal nome ‘Bisciù’ e un rosso che abbiamo chiamato ‘Ottantadì’ – con nomi che caratterizzano il nostro territorio anche attraverso l’uso del dialetto, vogliamo mettere in produzione un rosso da Nero di Troia in purezza. Grazie all’ATS Rosso di Cerignola DOC, di cui siamo una figura importante, lo produrremo con altri produttori ed imbottigliatori del territorio». Infine, giungiamo al lato puramente artistico dell’iniziativa. Ad illuminarci in tal senso è uno dei curatori del progetto “Terra Nostra”, il dott. Luca Gasparro: «Tutto è nato a seguito di un mio viaggio a Napoli, lo scorso anno. Ho piacevolmente scoperto che nelle case di quasi tutti i napoletani è presente un oggetto che raffigura una campanella. Questa campanella rappresenta in maniera artistica stilizzata il Santo patrono di Napoli, San Gennaro. Da questo viaggio ci è venuta in mente l’idea di creare un oggetto che potesse entrare nelle case di tutti i cerignolani. Abbiamo deciso di adottare la lucerna del Duomo perché tutti i cerignolani vi sono un po’ legati: vederla, ogni qualvolta si rientra da fuori, ci fa sentire un po’ a casa». La cupola del Duomo è solo il primo elemento caratteristico della città che Gasparro, Loporchio e Caringella desiderano ricreare: «Ci sarà sicuramente un seguito. Pensiamo ad un omaggio all’Arco della Rimembranza, sicuramente alla Torre dell’orologio, così come al Piano delle Fosse. Un ultimo elemento, invece, vorremmo lasciarlo decidere al pubblico di Cerignola».

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