Prosegue la polemica, il botta e risposta tra l’assessore Sergio Cialdella e il consigliere Tommaso Sgarro. Tema centrale è la questione dei ristori per le gelate del 2021, a cui si è aggiunta anche la questione delle appartenenze politiche e il modus operandi. Alla controreplica di questa mattina del componente della Giunta Bonito, è seguito un video di Sgarro sui social. «L’assessore Cialdella prima mi tira dentro una polemica diretta, personale, pretestuosa, poi mi accusa di fare politica con acredine o di generare un clima di opposizione non costruttivo» sostiene il professore. «Noi abbiamo posto una domanda sul perché rispetto ai contributi per le gelate 2021 taluni agricoltori fossero stati avvisati e altri no. Ci saremmo aspettati una risposta del tipo, avete ragione, è successo questo, prego proveremo a capire il perché affinché non si ripeta più. E invece giù di insulti e ricostruzioni varie».
«Se poi passiamo dalla questione amministrativa a quella politica la cosa da ridicola diventa perlopiù imbarazzante – prosegue l’ex-candidato sindaco -. Forse non soltanto non è aduso ma mancano i rudimenti della politica. Una cosa è chiedere appoggio o essere appoggiati da forze moderate. Noi abbiamo chiesto appoggio nel 2015 non a forze moderate ma proprio a persone facenti parte del centrodestra, richiamandole su una scelta di responsabilità, al di là degli schieramenti politici, per evitare che Cerignola potesse finire come poi è finita, cioè sopra tutti i giornali nazionali per lo scioglimento per infiltrazioni mafiose. All’epoca non tutti esercitarono la stessa responsabilità che abbiamo esercitato noi un anno fa e che oggi le consentono di fare l’assessore all’interno di una giunta di centrosinistra. Così come altra cosa è far parte di una Giunta oppure avere l’appoggio politico di forze di centro. Sa qual è la differenza tra me e lei? Io non accetterei mai di far parte di una Giunta di centrodestra, me lo chiedesse un familiare o il mio migliore amico, perché tradirei la mia storia personale e politica. Così come le voglio ricordare che il consigliere Marcello Moccia fa il consigliere all’interno del campo progressista perché lì è stato eletto per ben due volte. Non fa il consigliere, o nel caso di specie l’assessore, perché parente e/o genero di un consigliere comunale. Che poi io questa cosa del tizio che fa l’assessore perché genero di qualcuno mi sembra di averla già vissuta da qualche altra parte».
E chiosa: «L’unità del campo progressista non si costruisce con il manuale Cencelli ed è il motivo per il quale un anno fa abbiamo rifiutato questa logica; si costruisce sulle questioni di carattere politico, nell’interesse dei cittadini e delle cittadine. Qui c’è tutta la differenza tra noi e voi».