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    “Circuito chiuso”, il primo romanzo di Luigi Pizzolo presentato ieri a Cerignola

    La vicenda di un introverso ragazzo della provincia pugliese, che sente stargli molto stretta a causa di un ambiente familiare e sociale che disprezza, la cui esistenza viene stravolta da un incontro casuale ed un evento fortuito e imprevedibile

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    È di recente uscita il romanzo che rappresenta l’esordio nelle librerie di Luigi Pizzolo, noto a Cerignola soprattutto per il suo impegno in politica. Nell’ambito degli eventi legati alla campagna nazionale de “Il Maggio dei Libri”, l’autore ha incontrato i lettori nella serata di venerdì 12 maggio presso la libreria “L’Albero dei Fichi”. Titolo dell’opera è «Circuito chiuso», un thriller ambientato negli anni ’80 in una città, sospesa fra fantasia e realtà, della nostra regione. Il protagonista è Peppe, un adolescente solitario che coltiva il sogno di liberarsi, impegnandosi nello studio, dalle catene di un ambiente familiare e sociale che disprezza. A un certo punto conosce per la prima volta l’amore: Marina, una ragazza con cui sogna e progetta un futuro felice. Ma un incontro casuale ed un evento fortuito e imprevedibile stravolgono rapidamente la sua vita, spingendolo verso un inferno da cui non è certa l’uscita.

    «Alla base del mio libro ci sono sostanzialmente due idee – afferma l’autore a lanotiziaweb.it -. Una è un rapporto personale irrisolto con la mia città, che poi ho trasferito al personaggio principale. L’altra riguarda un episodio accaduto tanti anni fa, quando ero adolescente, e che ha ispirato la trama della seconda parte del romanzo». Come detto, a far da sfondo alla vicenda è la provincia del Sud Italia: «Nella storia è presente Cerignola come può essere presente qualsiasi altra città della Puglia o del Mezzogiorno, con dei problemi comuni purtroppo a diverse realtà di questa parte del Paese». Su cosa debba aspettarsi il lettore, l’autore precisa che «c’è da compiere un viaggio che all’inizio va attraverso la storia di un ragazzo e la sua formazione, per proseguire successivamente in una serie di avvenimenti che lo coinvolgeranno e che spero coinvolgano anche chi legge». Un viaggio è stato anche l’incontro tenuto nella libreria di Via Pavoncelli, con Pizzolo che ha risposto ai diversi spunti e quesiti posti dal moderatore Tommaso Sgarro.

    Le vicende della famiglia del protagonista del romanzo sono sovrapponibili a quelle che caratterizzavano una certa provincia dell’epoca: «Quello che succede alla famiglia Stumpo ha dinamiche piuttosto miserabili, ma anche piuttosto comuni in quello strato sociale collocato a metà tra proletariato e piccola borghesia. Una sorta di terra di nessuno dove si andava avanti grazie a diffusi favori clientelari. Il protagonista Peppe – prosegue Pizzolo – è un ragazzo che legge, seppur in maniera disordinata. Quindi acquisisce tutta una serie di convinzioni che stridono con la condizione familiare, con quello che secondo il padre dovrebbe essere il percorso di suo figlio». Una delle curiosità dell’opera è la presenza di un personaggio, Bonfiglio, che raffigura una sorta di omaggio nei riguardi di Gianrico Carofiglio, di cui Pizzolo è un assiduo lettore. L’omaggio dell’autore, in cui riaffiorano i ricordi giovanili di studente di Giurisprudenza, non è però allo scrittore, bensì al magistrato: «L’ho fatto per due motivi. Il primo perché è stato protagonista di qualcosa che riguarda la nostra città da molto vicino, il processo Cartagine (di cui Carofiglio è stato Pubblico Ministero, ndr). L’altro perché non è mai stato uno di quei pm alla ricerca del protagonismo più che della giustizia, che più persone facevano condannare e più si sentivano appagati nella loro professione».

    Si giunge, verso la conclusione, all’elaborata genesi del romanzo e a quanto vissuto personale vi si possa trovare nelle sue pagine: «Nei romanzi puoi metterci delle cose che ti riguardano, che riguardano persone che conosci e che ti sono care. Tutto finisce poi in una sorta di frullatore e vien fuori una storia. All’inizio doveva essere il racconto di Giuseppe e Marina: un romanzo d’amore e di riscatto sociale. A un certo punto, rileggendolo, mi sono reso conto che non mi piaceva per niente. Sono andato quindi a cercare questa cosa dentro di me che dovevo tirar fuori, che da adolescente mi turbò e che per questo non ho mai rimosso completamente. E ho creduto che si potesse ben inserire in questa vicenda». “Circuito chiuso” è appena sbarcato in libreria, ma Luigi Pizzolo ha già in cantiere una seconda opera: «Sto scrivendo un romanzo completamente diverso da questo. Lascerò per un momento da parte il thriller, che è un po’ la mia passione, per un racconto che parlerà invece di politica, sempre sottoforma romanzata».

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