Franco Metta è incandidabile. E’ questo il verdetto della Cassazione, I^ Sezione Civile, che con ordinanza del 16 febbraio 2023 ha rigettato il ricorso presentato dall’ex sindaco di Cerignola. La Suprema Corte ha dunque confermato il giudizio della Corte d’appello di Bari del giugno 2021, che a sua volta aveva riformato il provvedimento con il quale il Tribunale di Foggia aveva invece escluso l’incandidabilità del sindaco “sciolto” per infiltrazioni mafiose nell’ottobre 2019. I giudici di secondo grado, al contrario, avevano applicato al penalista la sanzione prevista dall’art. 143 co. 11 del TUEL, che impedisce agli amministratori responsabili delle condotte che hanno dato causa allo scioglimento del Comune di candidarsi per i due turni elettorali successivi allo scioglimento stesso.
In Cassazione, Metta e i suoi legali hanno contestato l’esito del giudizio, sostenendo che la Corte d’appello di Bari, nella propria decisione, si sarebbe limitata a riportare le motivazioni contenute nel provvedimento di scioglimento del Comune di Cerignola e nella sentenza del TAR Lazio che lo aveva confermato, senza effettuare invece un’indagine volta ad accertare la sussistenza delle condotte imputate all’ex sindaco. Di diverso avviso sono stati gli Ermellini, secondo i quali invece i giudici baresi hanno operato correttamente e secondo i canoni di legge. Scrivono infatti nel decreto che «ciò che se ne trae, in definitiva, è per un verso che il giudice di merito non ha errato in iure, nel considerare il rilievo degli atti concernenti lo scioglimento del consiglio nel successivo giudizio di incandidabilità, e, per altro verso, che, in facto, lo stesso giudice ha insindacabilmente selezionato il materiale probatorio che, per i fini del giudizio di merito ad esso è in esclusiva riservato, pervenendo all’affermazione di incandidabilità».
La decisione della Cassazione arriva a quasi un anno e mezzo dalle elezioni comunali dell’ottobre 2021, alle quali Franco Metta ha potuto concorrere regolarmente, stante la non definitività del provvedimento della Corte d’Appello di Bari, risultando poi sconfitto al ballottaggio contro Francesco Bonito.