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    “La marcia dei bruchi” di John Mpaliza ha fatto tappa a Cerignola

    L’iniziativa itinerante di sensibilizzazione alla pace, alla difesa dei diritti umani e alla risoluzione di importanti problematiche, promossa e condotta dall’attivista italo-congolese, è giunta nel comune ofantino. Vi hanno aderito diverse associazioni, con il patrocinio dell’Amministrazione comunale

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    Ha fatto il suo ingresso a Cerignola, nel pomeriggio di mercoledì 1° marzo, “La marcia dei bruchi”. Il nome ed il logo sono stati scelti e realizzati da ragazzi in età scolare e si tratta di un’iniziativa itinerante che coinvolge comunità scolastiche, associazioni, parrocchie ed Istituzioni in tutta Italia. A promuoverla e condurla è John Mpaliza, cittadino italo-congolese, attivista per i diritti umani e per la pace. Mpaliza, conosciuto anche come “Peace Walking Man”, lascia per questioni politiche il suo Paese, la Repubblica Democratica del Congo, nel 1991. Due anni più tardi arriva in Italia, dove lavora, studia e si realizza laureandosi e lavorando come programmatore informatico. Da più di dieci anni organizza marce, in Italia e in Europa, per sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni sui drammi che vivono gli sfruttati Paesi africani e su tematiche inerenti alla pace, alla difesa dei diritti umani, al consumo critico, sostenibile e responsabile e ai cambiamenti climatici. Diverse associazioni di Cerignola, riunite dall’intraprendenza della Presidente della Pro Loco, Maria Vasciaveo, lo hanno accolto per – è proprio il caso di dirlo – camminare al suo fianco.

    «Innanzitutto ringrazio Cerignola, dove sono tornato – dichiara John Mpaliza a lanotiziaweb.it -. La conosco abbastanza bene, come conosco abbastanza bene questo territorio. Circa trent’anni fa, quando sono arrivato in Italia, sono passato da queste parti a lavorare. La mia vita è poi cambiata quando ho deciso di emigrare nel Nord del Paese. Ho ripreso gli studi e ho lavorato. Ma dopo la mia vita è cambiata ancora, per tentare di sensibilizzare soprattutto i giovani, in Italia e in Europa, circa le questioni e le problematiche che sta vivendo il nostro pianeta e che stiamo vivendo anche localmente. In particolar modo qui nel Sud Italia, dove sono stato bene avendo vissuto cinque anni a Napoli, so quali problemi ci sono. È importante che i giovani sappiano che, se vogliono avere un futuro migliore, è oggi che si devono impegnare! Noi adulti abbiamo il dovere di passar loro il testimone informandoli, dandogli tutti gli strumenti necessari». Il focus si sposta sul tema spinoso delle diseguaglianze: «Come cittadino italiano e congolese, quindi europeo e africano, racconto le relazioni difficili che esistono tra Europa ed Africa. Sono relazioni che vanno avanti da cinque secoli, dove gli uni sono stati sempre i padroni e gli altri sempre gli sfruttati. È importante che i giovani europei capiscano questa dinamica e che camminino con i loro coetanei africani per costruire un mondo diverso, di pace, più equo. Questo è il senso delle marce che organizzo, anche di questa».

    L’attenzione non può non essere rivolta verso quanto la cronaca degli ultimi giorni ha riportato, l’ennesima strage di migranti accaduta stavolta al largo delle coste calabresi: «Per fermare queste morti bisogna mettere da parte la demagogia, sia in Italia che in Europa – afferma Mpaliza -. Sento dire che questa non deve andare via dal proprio Paese. Eppure abbiamo visto cos’è successo in Ucraina, dove fino al 23 febbraio dell’anno scorso gli ucraini dormivano tranquillamente. Non sapevano che la loro vita stava per cambiare. Oggi in Italia accogliamo ed ospitiamo tanti di loro, gente che non avrebbe pensato di essere costretta a lasciare il proprio Paese. Penso che i tanti soldi spesi per alzare muri, per Frontex e così via, dovrebbero essere usati per soccorrere le persone. Vanno abolite le leggi razziste e criminali, che fanno sì che chi va a salvare la gente, chi è solidale, si ritrovi ad essere trattato come un criminale. Salvare la gente in mare non basta, bisogna mettere in campo delle politiche nazionali e mondiali che vadano ad incidere sulle problematiche che spingono quella gente ad andare via. Questo vuol dire smettere di fabbricare armi, di venderle a Paesi come Afghanistan, Siria o i Paesi dell’Africa. Se nel tuo Paese c’è una guerra, se i tuoi familiari muoiono, se non hai da mangiare, è automatico cercare una vita migliore altrove. Se siamo tutti parte della stessa umanità, dobbiamo considerare tutti come parte del creato. Dio ci ha creati tutti assieme ed è solo così che ci possiamo salvare».

    Dopo il raduno in Piazza Pasquale Bona, la marcia è partita portando con sé messaggi, musica ed allegria lungo il Corso cittadino per giungere a Palazzo di Città. In Sala Consiliare ha avuto luogo uno spazio di dibattito, riflessione ed ascolto durante il quale John Mpaliza ha parlato a cuore aperto, accolto anche dal primo cittadino, Francesco Bonito, e dall’Assessore alle Pari Opportunità, Olga Speranza.

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