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    Nuovi elementi sul crollo a Palazzo Carmelo, annunciato già dalla perizia del 2021

    Sgarro: «dalla perizia fatta il 26.1.21 era venuto fuori che nell'arco di due anni quel palazzo sarebbe crollato e sono passati esattamente due anni da allora». Le opposizioni: «non è una caccia al colpevole ma un momento di chiarezza per far luce sui perché del crollo»

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    Un consiglio comunale su Palazzo Carmelo (giovedì 16), sul crollo avvenuto nella porzione che affaccia su via Vittorio Veneto. Si parte da alcuni elementi che sottopongono le opposizioni: allagamenti sui tetti segnalati più volte, la caduta di intonaci e calcinacci dalla facciata il 17 settembre scorso, un episodio simile già il precedente 19 agosto e l’interrogazione del consigliere Marcello Moccia (Noi) di un anno fa. La parola ai tecnici, innanzitutto al dirigente comunale Michele Prencipe, il quale spiega che i lotti di lavorazione sono due, che gli interventi di ristrutturazione erano in corso solo sul primo, ma anche che a novembre c’era stato un crollo di una volta anche nella porzione su corso Gramsci. In questa occasione si è potuto rilevare come le volte non siano realizzate con la stessa tecnica costruttiva, ma alcune di esse siano fatte di terra compressa, invece che con mattoni. Ciò non era venuto fuori nei rilievi preliminari. Ancora, la parte crollata non era oggetto di interventi nella prima fase.

    Dubbi da Paolo Vitullo e da Pasquale Morra. Per quest’ultimo «le coperture erano tutte oggetto di intervento, da cronoprogramma al terzo mese. Ma se i lavori sono stati sospesi nel primo lotto dopo il crollo di novembre, si potevano anticipare le fasi lavorative sulle coperture?», chiede Morra. Dello stesso avviso Moccia, che ha posto la questione della manutenzione sulle coperture. «La possibilità di intervenire per pulizia e manutenzione dei tetti – ha detto il dirigente Prencipe – è coperta da vincolo, dunque non un affare semplice. Non si risolve e non si può risolvere con un po’ di guaina», afferma seccamente.

    Momenti di nervosismo in aula tra Nicola Netti e il primo cittadino: lo scambio è duro e vola qualche parola di troppo. «Non ci si è accorti che questi lavori non garantivano la sicurezza e l’incolumità dei lavoratori? – incalza Netti -. Si era a conoscenza delle numerose segnalazioni fatte dall’adiacente parrocchia? Ma soprattutto a parte le parole si è fatto qualcosa?». A margine è stato duro il commento di Netti: «il primo cittadino ha chiosato, ammettendo di aver esagerato. Non s’è scusato, anzi ha ribadito che è accaduto perché lui ha coscienza e condotta cristallina e non può ascoltare “certe cose”. Nessuno lo ha contestato né offeso e dispiace che non riesca a reggere il dibattito politico, di fatto riportandoci ad un livello di scontro che speravamo di aver superato definitivamente».

    L’intervento di Sgarro segue quello del consigliere di maggioranza Summa, che prova ad alleggerire. Per Sgarro «bisogna scendere nel dettaglio, approfondire. C’è un libricino del 2022 che si chiama Edifici esistenti in muratura sicurezza e conservazione di Palazzo Carmelo a Cerignola, curatori Mauro Mezzina e Giuseppina Uva. All’interno si può leggere chiaramente che dopo perizia fatta il 26.1.21 loro sostanzialmente avevano già detto che nell’arco di due anni quel palazzo sarebbe crollato e sono passati esattamente due anni. È obbligatorio quindi capirne di più e animare un dibattito che permette a noi e ai cittadini di comprendere come sono andate le cose. Sono personalmente arricchito dagli elementi posti a dibattito dall’architetto Prencipe, dagli ingegneri Vitullo e Morra, da chiunque sta contribuendo costruttivamente a tutto ciò».

    Le conclusioni sono affidate al primo cittadino, Francesco Bonito, per il quale è «ridicola l’accusa di non aver fatto una denuncia contro ignoti, così come il sequestro». Per il Sindaco chi afferma questo non ha eccessive conoscenze in materia di diritto. «Questa amministrazione ha lavorato per mantenere i finanziamenti, con l’interlocuzione con gli uffici ministeriali. L’idea è utilizzare il finanziamento per predisporre un progetto che tuteli l’involucro e possa permettere un intervento di ammodernamento all’interno, come accade nei centri storici di importanti città del centro Italia. Difficile garantire il ripristino nell’immediato della viabilità. La chiesa del Carmine sarà invece aperta quanto prima».

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