Un lavoro come babysitter può essere un’ottima occasione per guadagnare qualcosa durante il proprio percorso di studi oppure può diventare una vera professione, perfetta per chi ama stare con i bambini. Un lavoro affascinante per unire passione e guadagno, insomma. Si parla tanto di formazione in ambito educativo ma poi in realtà, in Italia, non è così comune per una babysitter frequentare dei corsi specifici di qualificazione professionale. Eppure i genitori chiedono sovente che la babysitter abbia esperienza o almeno abbia seguito un percorso di studi che la qualifichi in questa direzione. Questo diventa ancor più rilevante quando l’obbiettivo di una babysitter è quello di lavorare con i neonati.
Scegliere un lavoro come babysitter di un neonato infatti significa conoscere, prima di tutto, gli aspetti pratici della gestione quotidiana del bambino: come occuparsi della nanna, dello svezzamento, del cambio pannolino, del bagnetto. Anche a livello di tempo libero è importante che una babysitter sia preparata su come si affrontino le attività ludiche a seconda dell’età: intrattenere un bambino di pochi mesi sicuramente diverso che giocare con un bambino che gattoni o ancor più che inizi a fare i primi passi. La professionista dovrebbe essere poi in grado di gestire situazioni difficili come può essere un pianto che non accenna a fermarsi (sarà per i denti, per fame, per stanchezza o avrà le coliche?) o anche in caso di lievi incidenti di percorso. Quando un bambino ad esempio inizia a camminare, le cadute e i piccoli traumi alla testa sono all’ordine del giorno. Essere preparata sulla sicurezza e primo soccorso è sicuramente un valore aggiunto per la babysitter alla ricerca di occupazione. Lavorare come babysitter in una famiglia con un neonato significa anche affrontare il rapporto coi genitori. Per una neo mamma è molto impegnativo accettare di lasciare il proprio bambino nelle mani di un estraneo per tornare al lavoro. È necessario dimostrare ai genitori di essere una persona affidabile, interessata ad un collaborazione a lungo termine. Bisogna essere dotata, ancora più con i neonati rispetto a quando ci si occupa di bambini più grandi, di grande capacità organizzative: non è facile occuparsi di pappe, orari, crisi tutto insieme. Non ultimo è utile essere una brava comunicatrice, aggiornando periodicamente la famiglia sulle attività che si svolgono a casa e sull’evoluzione del bambino. Questo è fonte di conforto e fiducia per i genitori. Dall’altra parte è bene ricordarsi che fare la babysitter di un neonato significa dover possedere sì una maggiore formazione o una maggiore esperienza, ma anche avere più responsabilità. Di questo bisogna tenerne conto nel momento in cui ci si accorda con la famiglia sul proprio compenso.
Come formarsi per diventare una babysitter?
Da diverse indagini, si è rilevato che i genitori italiani tendono a preferire babysitter che hanno alle spalle, o che stanno frequentando, un corso di studi in qualche modo collegato al settore educativo. Ad esempio Scienze della formazione o dell’educazione. Ci sono poi una serie di corsi professionali di durata più o meno breve, in grado di fornire dei certificati di frequentazione. E, ancora, potrebbe dimostrarsi utile scegliere uno dei corsi, anche gratuiti, di disostruzione e interventi di primo soccorso sui bambini. Inserire queste voci sul cv è certamente di aiuto quando si cerca lavoro come babysitter di un neonato.