La Scuola deve preparare i suoi studenti a vivere nella Società o deve cercare di tirare fuori da loro il meglio a prescindere (e a scapito) dalle aspettative socio-economiche? A queste domande prova a dare una risposta l’autore cerignolano Pasquale Tocci, dottore in Scienze della Formazione Primaria, specializzando in Valutazione e didattica degli interventi formativi, docente di scuola primaria e fondatore del portale “Educazione fuori”. Nel suo saggio intitolato “Il disciplinamento dell’infanzia. Riflessioni critiche per una proposta educativa” (Echos Edizioni), Tocci muove una serrata critica alla Scuola moderna e contemporanea, il cui archetipo, fondato sui principi di fedeltà, controllo e obbedienza, è stato concepito per essere a servizio del Potere: «La Scuola chiede agli studenti di adattarsi nel miglior modo e nel minor tempo possibile alle strutture sociali esistenti causando loro un grande malessere – sostiene l’autore -. Per soddisfare queste aspettative sono costretti a trascorrere interi anni della loro vita rinchiusi in aule in cemento dove hanno a che con fare un’Autorità che decide per loro quando, cosa, come e dove devono studiare. E così, più passa il tempo, più bambini e ragazzi manifestano ansia, stress e disturbi dell’apprendimento».
DAL DISCIPLINAMENTO DELL’INFANZIA ALL’EDUCAZIONE FUORI
Nel suo lavoro, il docente cerignolano denuncia come l’asservimento della Scuola alle esigenze sociali, culturali ed economiche abbia dato forma a un sistema – il Disciplinamento dell’infanzia – incapace di assolvere realmente a una funzione educativa: «Non si può tirare fuori da un bambino il suo meglio, la sua personalità, le sue potenzialità seguendo un metodo codificato. Ogni studente ha i suoi tempi e i propri ritmi, ma nonostante ciò abbiamo deciso a priori tutte le fasi e i passaggi del loro percorso educativo. Una Scuola a servizio delle persone non può essere così rigida». Un’alternativa però a questa Scuola esiste e, secondo l’autore, questa consiste nell’Educazione fuori. Non si tratta di un metodo didattico, ma di un’idea diversa di fare istruzione – alla cui teorizzazione hanno contribuito, tra gli altri, Rousseau, Dewey e Montessori – che predilige un apprendimento esperienziale che avviene grazie allo svolgimento di attività curricolari all’aperto. «E’ un percorso di accompagnamento nella crescita che avviene attraverso un contatto intimo e personale con la natura – afferma Tocci -. Non siamo predisposti per vivere in stanze chiuse ma prediligiamo l’incontro col mondo esterno e ne traiamo beneficio». Questa strategia educativa non si limita a portare le lezioni all’aria aperta ma mette anche in discussione quel Potere che pervade la Scuola: «Il “fuori” non è solo fisico, ma anche un “fuori” dai nostri schematismi sociali politici ed economici. Grandi maestri come Don Bosco e Alberto Mansi hanno avuto il coraggio di contestarli con gesti quotidiani, perchè il maestro non è colui che ti indica la strada da seguire, ma chi accende il desiderio del viaggio». «Questi percorsi sono sempre più numerosi, anche in Italia, principalmente nella scuola dell’infanzia, ma si stanno estendendo anche alle elementari e alle medie – puntualizza Tocci -. L’auspicio è che arrivi a ricoprire l’intera vita scolastica. Manca un po’ di consapevolezza sulla Scuola e sulle nostre strutture sociali, ma sono ottimista per il futuro».
FUSARO, D’ERRICO E MANICARDI: I CONTRIBUTI ALL’OPERA
Per la realizzazione del saggio, Pasquale Tocci si è avvalso anche della collaborazione di ricercatori e accademici. La prefazione è a cura di Enrico Manicardi – teorico del primitivismo e dell’anti-autoritarismo – il quale analizza i benefici che gli esseri umani possono trarre dal contatto con la natura, che è alla base dell’Educazione fuori. Il noto accademico e politico professor Diego Fusaro ha curato la postfazione dell’opera, dove analizza la deriva aziendalistica della Scuola, sempre più prona a logiche economiche e di mercato, che rappresenta una delle manifestazioni più pregnanti del disciplinamento dell’infanzia. Il professor Gianluca D’Errico – docente di Storia sociale presso l’Università degli Studi di Bari – ha realizzato un’appendice sulla Controriforma, momento storico in cui è nato il prototipo della scuola moderna e contemporanea criticata nel saggio.