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    “La porta della felicità”, il progetto educativo diventato rappresentazione teatrale a Cerignola

    Nella serata di ieri, sul palco del “Roma-Teatro, Cinema E…”, la presentazione del programma volto a sensibilizzare e dar voce alla fragilità, sottoforma di parole e musica. Il viaggio in un Inferno dantesco 2.0 che ha incuriosito e commosso il numeroso pubblico accorso

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    È un progetto che parte da lontano, precisamente da un seme lanciato a fine 2021 e che, per la tenacia di chi lo ha ideato e curato, sta portando oggi meravigliosi frutti. Si tratta de “La porta della Felicità”, un percorso educativo volto a sensibilizzare la comunità su un tema di assoluta importanza come quello della fragilità, dandole voce ed educando al “Dopo di Noi”, affinché si possa assicurare autonomia e inclusione sociale ai giovani diversamente abili. Gli ideatori e curatori del progetto sono Rosalba Cipollino, educatrice e assistente alla comunicazione, Francesco Quinto, docente ed educatore, e Leonardo Lavecchia, musicista e regista. Come detto, il progetto ha radici profonde. Prima di diventare una rappresentazione teatrale, “La porta della Felicità” ha attraversato tappe intermedie di crescita e sviluppo. Protagonista e trait d’union è stato ed è tuttora Riccardo Monopoli, ragazzo ventenne con autismo che con un’incredibile forza di volontà, e accompagnato nel percorso da guide preziose come Rosalba Cipollino e Francesco Quinto, si è diplomato in Informatica col punteggio di 95/100 fino a divenire successivamente “maestro per un giorno” e “maestro di inclusione”.

    Nella serata di sabato 9 marzo, al “Roma-Teatro, Cinema E…” di Cerignola, è andata in scena l’ulteriore naturale evoluzione del progetto de “La Porta della Felicità”. Si tratta di un ensamble di musica e parole all’interno del quale il giovane Riccardo accompagna “a riveder le stelle” i suoi coetanei, ma con un messaggio che giunge forte a tutti, uscendo come ha fatto lui dalla “selva oscura” e attraversando quelli che sono “i gironi danteschi” dei giorni nostri. «C’è un crescente bisogno di stare assieme, per affrontare le difficoltà ma soprattutto per condividere i sogni, la costruzione di un futuro buono, partendo da un presente che sia diverso e migliore – afferma Francesco Quinto, introducendo il numeroso pubblico alla serata -. Proveremo a spiegare il senso del nostro progetto. Cammineremo assieme nel dolore, quello che ci blocca, quello che ostacola i processi di apprendimento e di crescita dei nostri figli. Attraverseremo assieme i nuovi gironi infernali, quelli che oggi provocano sofferenza, come bullismo e cyber-bullismo, pregiudizio, solitudine, dipendenze, violenza e altri».

    Un cammino partito da difficoltà che potevano sembrare insormontabili e che adesso ha tutta l’ambizione di rappresentare un modello da seguire, come Rosalba Cipollino ricorda a lanotiziaweb.it: «Se penso al 10 ottobre 2022 quando, insieme a Francesco presso l’auditorium dell’IIS Pavoncelli, abbiamo presentato ufficialmente “La Porta della Felicità”, credo che proprio in quella circostanza, l’idea allora allo stato embrionale, abbia iniziato la sua gestazione vera e propria. Se penso anche alle tante e puntuali coincidenze che nel corso di questi mesi si sono avvicendate, allo spontaneo coinvolgimento, all’ascolto ricevuto, a tutto quanto accaduto fino ad oggi, leggo un comune denominatore: gli occhi gonfi di emozione di chi ha fatto proprio il progetto cogliendone l’essenza. Sì, perché alla base di tutto si rincorre la visione di strutturare luoghi e metodi educativi da destinare alle persone fragili che, comunemente, dopo la fine del ciclo di studi e soprattutto dopo la vita dei propri genitori, vivono nel completo oblio della realtà sociale. È follia, lo so, ma lucidamente ci crediamo. Il progetto offre anche riflessioni di ampio respiro pedagogico. Infatti, attraversare i gironi di un nuovo Inferno grazie alla guida di un nuovo Virgilio, non un poeta depositario di conoscenza e saggezza, ma una persona fragile che, grazie al suo brillante percorso formativo, ha riscattato una diagnosi severa, lancia un messaggio acuto ed univoco: ogni persona possiede le proprie abilità, un potenziale che va compreso e reso tangibile perché diventi risorsa. Occorre, quindi, andare in questa direzione, superando teorie e burocrazia per ‘slegarsi’ dalle briglie degli standard convenzionali. Mi aspetto che, al di là di ciò che sarà fisicamente realizzato, il seme che stiamo gettando voglia germogliare e fiorire laddove tutti ci giochiamo il futuro, tra le fasce più verdi della nostra società. Conoscere la diversità per accoglierla necessita di un percorso che conduce alla consapevolezza di sentire sulle proprie spalle il peso dei problemi degli altri, alla certezza che il dolore degli altri diventa anche nostro se non saremo capaci di prendercene cura. “La Porta della Felicità” esprime la necessità di obbedire ad un egoistico bisogno di felicità: donarla per riceverla».

    La serata è stata caratterizzata anche da momenti di intensa commozione. La parte riguardante il girone del bullismo e cyber-bullismo è dedicata alla memoria di Marco Ferrazzano, giovane foggiano che nel gennaio del 2021 si tolse la vita lanciandosi sui binari del tratto ferroviario Foggia-Bari, vessato da ripetuti atti di violenza ai suoi danni filmati e finiti persino sui social. In sala era presente la sua famiglia. L’ensamble andato in scena sabato, come affermato dai suoi ideatori e curatori, rappresenta una serie di piccoli assaggi di quello che sarà il musical previsto per fine anno. Insomma, il progetto non si ferma certo qui ed è stato inoltre posto all’attenzione del Ministero dell’Istruzione e del Merito. L’evento è stato patrocinato dal Comune di Cerignola ed organizzato in collaborazione con l’Alma Mundi ONLUS di Napoli, associazione che si contraddistingue per le sue iniziative benefiche di alto profilo morale e sociale, e l’Apeis Mai Soli di Cerignola, associazione che promuove l’equità e l’inclusione sociale, e si è avvalso delle coreografie del M° Aniello Damiano del corpo di ballo della Academy Arte e Movimento di Cerignola.

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