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    “Sono ancora qui…”, Sara Ciafardoni ha presentato il suo nuovo libro a Cerignola

    Nella gremita aula consiliare di Palazzo di Città, la giovanissima autrice ha raccontato del suo romanzo, in un itinerario attraverso molteplici emozioni

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    È stato il consueto bagno di folla quello che ha accolto Sara Ciafardoni, la giovanissima scrittrice originaria di Cerignola la cui popolarità è divenuta ormai nazionale. Nell’ambito della rassegna “Il Maggio dei Libri”, nella serata di mercoledì 8 maggio ha avuto luogo nell’aula consiliare di Palazzo di Città la presentazione del suo ultimo romanzo, dal titolo «Sono ancora qui…» (Mondadori, ElectaYoung). L’incontro, durante il quale Sara è stata accompagnata da Mara Clori e Rocco Paciello, è stato soprattutto l’occasione per compiere un viaggio ideale attraverso emozioni, stati d’animo, spunti di riflessione, messaggi di sostegno e di speranza, che hanno toccato la numerosa platea composta da persone di ogni età.

    Protagonista del romanzo è Milena, ragazza diciannovenne che sta per realizzare il sogno di andare a studiare a Roma con Ludo, la sua migliore amica. Ma dal sogno si finisce in poco tempo fuoristrada, verso un labirinto di dolore e aspettative opprimenti. La recente perdita della madre lascia Milena a combattere con un vuoto interiore incolmabile, mentre le pressioni familiari e universitarie la costringono in una spirale di negatività e ansia costante. La ragazza versa in uno stato di profonda crisi personale, che peggiora frequentando amicizie sbagliate. È suo padre a gettarsi in suo soccorso, riportandola in Puglia, a casa dell’amata nonna Ripalta, sperando che l’antica quiete e la solidità delle sue radici possano aiutarla a guarire. Tuttavia il viaggio per la redenzione sarà più difficile di quanto ci si aspetti. «In ogni mio libro i lettori riescono sempre a trovare un pezzetto della mia anima, questo perché nello scriverli sono onesta – spiega Sara -. La paura è come una coperta calda da cui si ha difficoltà a riemergere. E Milena, la protagonista del romanzo, ha tanta paura. Tanta paura e tanta voglia di andare oltre. In Milena mi rivedo molto, perché è una ragazza molto precisa. Ama avere tutto sotto controllo, ha paura di sbagliare e di non essere perfetta agli occhi degli altri».

    Dalla paura di sbagliare a quella di apparire diversi: «A volte ci dimentichiamo che essere diversi non è poi una cosa così brutta. Io sono orgogliosa di esserlo, penso che forse sia proprio una fortuna. Perché il mio essere diversa lo notate tutti, mentre c’è invece chi nasconde la sua diversità, specialmente quando essa si interseca con le piaghe del cuore». A questo punto Sara illustra come nei suoi libri, compreso l’ultimo, ogni singolo particolare abbia il suo perché: «Ho sempre dato valore alla parola, non ne ho mai scelta una per caso. Sono certa che nel modo in cui parliamo si ritrovi la persona che effettivamente siamo. La parola è la prima cosa che gli altri sentono, è importante sceglierla con cura. Ho sempre scelto con particolare attenzione i nomi dei personaggi protagonisti, dietro i quali si cela sempre un messaggio. Ho scoperto che nel passato Milena era un modo carino di chiamare Maddalena. Quest’ultimo è un nome che viene associato al peccato e Milena, infatti, ha sbagliato, scegliendo la ‘vita facile’ anziché affrontare il suo problema, il suo dolore. Milena ha commesso un errore. Ma la cosa più bella degli errori è che sono cicatrici che portiamo addosso e che ci devono rendere orgogliosi. Bisogna accettarli».

    L’errore, quindi, come occasione per ripartire maggiormente consapevoli di sé: «È normale sbagliare – rimarca la giovane autrice – ma quando vivi con l’ansia di non farlo diventa, a quel punto, il tuo peggiore incubo. Bisogna resettare, accettare che l’errore ci farà sempre compagnia. Sbagliare una partita non significa perdere l’intero campionato, commettere degli errori non significa perdersi per sempre!». Si giunge, in conclusione, al messaggio cardine di cui il romanzo di Sara vuole farsi portatore, l’amore che può salvare il mondo: «Ne ho scoperto il vero significato quando ho perso due persone molto care – confessa, non nascondendo la commozione -. L’amore, per definizione, è l’opposto della morte. Esso è la vita, senza amore si muore. Tutti abbiamo una storia d’amore da far sopravvivere. Io scrivo perché sento il bisogno che anche le storie degli altri possano continuare a vivere, nonostante tutto e tutti. La presentazione di oggi è qualcosa che non sento soltanto mia. Perché tutti abbiamo una storia d’amore da dover far crescere».

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